La centralità della scuola media,
ago della bilancia del sistema d'istruzione

di Paolo Cosulich, da ScuolaOggi 29.3.2010

Quando si è in ginocchio difficilmente si fanno progetti, al massimo si fanno riflessioni. La scuola media ha subito quest’anno una tempesta di provvedimenti, tagli e campagne di discredito mediatico che l’hanno messa duramente alla prova.

Ricordiamo brevemente quanto è piovuto addosso alla scuola italiana e, in particolare alla scuola media, nel corrente anno scolastico: assenza di assegnazione dei finanziamenti per il funzionamento delle istituzioni scolastiche e carenza di risorse certe per il pagamento dei supplenti, mancata assegnazione delle risorse per le ore eccedenti, sostanziale volontà di radiazione dei residui attivi, taglio degli organici del 10 e riconduzione di tutte le cattedre a 18 ore, eliminazione delle “educazioni” e delle compresenze come risorsa qualificante del Tempo Prolungato e conseguente sua trasformazione in una sorta di doposcuola integrato, introduzione a regime della valutazione in decimi e della “media aritmetica” per l’ammissione all’esame di stato, introduzione dell’ora di “approfondimento in materie letterarie” non integrata nella cattedra di lettere, privazione (sommersa) delle risorse per garantire l’alternativa o lo studio assistito a chi non si avvale dell’I.R.C., introduzione della valutazione sperimentale di “cittadinanza e costituzione”.

 

La scuola non ha subito passivamente, ha reagito, ha urlato, ha proposto, ma non è stata ascoltata. Del resto, nel progetto “essenzializzante” del Ministro e del Governo, queste appaiono scelte obbligate: di cosa ci stupiamo?  La scuola media cosa pensa, dice, progetta? Come uscirne da questa situazione di sofferenza?

Il percorso dovrà necessariamente richiedere il supporto e l’apporto, in termini di progettazione e riorganizzazione, delle associazioni professionali dei dirigenti e dei docenti per ridefinire il ruolo della scuola media, per riscoprirne la sua centralità all’interno del sistema d’istruzione.

La scuola media appartiene al primo ciclo, un tempo scuola dell’obbligo, ma è scuola secondaria per natura e struttura, con un impianto fondato sulla valenza formativa delle discipline. Nel contempo è anello di congiunzione essenziale tra un sapere strutturato in aree disciplinari, tipico della primaria, e un sapere rigidamente codificato in discipline, asse portante delle superiori.

E dispone di un arco di tempo ridotto: solo tre anni  per “svezzare” i primini, poco avvezzi allo studio sistematico e congruo nei tempi, per portarli ad acquisire metodo di studio autonomo, conoscenze e abilità specifiche, competenze disciplinari e trasversali, insieme alla necessaria autostima tanto difficile da conquistare in questa fase delicatissima di squilibrio “ormonale” preadolescenziale.  Una scommessa

 

Quindi scuola con forte valenza formativa e allo stesso tempo attenta agli apprendimenti ed ai percorsi diversi di ognuno, capace di essere flessibile e di armonizzare i diversi stili di apprendimento e le diverse intelligenze.

Potremo senza alcun dubbio affermare che la scuola media è oggi sempre più l’ago della bilancia del sistema d’istruzione, e se non si investe su di essa in termini di progettazione e di risorse si rischia di alterare completamente il delicato equilibrio tra i diversi ordini e gradi di scuola.

Forse si dovrebbe rivedere la sua collocazione, in conseguenza dell’innalzamento dell’obbligo scolastico a 16 anni (Legge n. 296/2006), oramai in atto da 4 anni. Non c’è dubbio che l’attuale suddivisione non regge. Sarebbe più opportuno parlare di scuola di base (primaria) e scuola superiore ( medie e superiori), oppure di un primo ciclo che si caratterizzi come scuola dell’obbligo e quindi sino al biennio delle superiori, e di un secondo ciclo con caratteristiche più espressamente professionalizzanti.

Il recente percorso di  riordino della scuola superiore pone alla scuola media alcuni interrogativi, stimoli e sfide a cui si dovrà dare risposta. Il più urgente, e forse anche centrale per i due gradi di scuola, è il tema della certificazione delle competenze che da quest’anno investirà anche il biennio delle superiori.

 

Quali strumenti e quali indicazioni? Siamo oramai in attesa da 3 anni di un modello nazionale di certificazione (dall’avvio della fase sperimentale del 2007) e da quasi due anni (Legge n.133/2008) dell’armonizzazione dei curricoli del primo ciclo (tra programmi, OSA, Indicazioni nazionali ed essenzializzazioni gelminiane) e abbiamo certezza che non arriveranno a breve. Il biennio delle superiori è ancora nella fase di assestamento conseguente alla parziale pubblicazione dei regolamenti, ed in questo momento non è certo una sua priorità il raccordo con la scuola media, ma può comunque disporre della traccia di certificazione predisposta dalla Legge n. 296/2006 e delle bozze “modello di certificazione dei saperi e delle competenze relative all’assolvimento dell’obbligo di istruzione” (che hanno già avuto il parere positivo della Conferenza Stato Regioni  il 17 dicembre 2009).

La scuola media dovrà necessariamente farsi carico in termini propositivi di modelli sperimentali di certificazione delle competenze, che vadano nella direzione degli assi culturali del biennio (perché il percorso necessita di un tempo adeguato di sviluppo) e sappiano declinare ed influenzare i curricoli stessi, uscendo da una logica eccessivamente disciplinarista, superando il rischio di certificare competenze solo a “fotocopia” degli apprendimenti di materia.

 

La leadership educazionale dei dirigenti scolastici diventa, in questa fase, essenziale per traghettare la scuola media verso una dimensione più adulta e consapevole volta al conseguimento del successo formativo al termine del ciclo dell’obbligo scolastico.

Un utile momento di riflessione e di confronto è offerto dall’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici che dedicherà il 48° Convegno, che si svolgerà a Brancaleone (RC) dal 6 all’8 maggio, al tema "Il sistema di istruzione tra nuovi ordinamenti e certificazione delle competenze: vincoli e opportunità; dalla ricerca alla proposta". Gli interventi, per ora previsti, di Tiriticco, Tagliagambe e Cerini, sapranno stimolare la riflessione e la crescita professionale dei dirigenti scolastici in questa fase caratterizzata dalla scarsa innovazione didattica e assenza di ricerca.

Per la scuola media i temi importanti da sviluppare, centrali in questo momento, si delineano abbastanza chiaramente:

-  piano di miglioramento degli apprendimenti a partire da una riflessione sulla valutazione e sui percorsi di apprendimento;

-  viluppo dei curricoli per competenze e certificazione delle competenze secondo assi culturali;

-  riflessione su “cittadinanza e costituzione” per lo sviluppo delle competenze chiave di cittadinanza attiva, con forte valenza formativa;

-  ridefinizione del setting di apprendimento, necessità di formazione del personale e sviluppo della ricerca sull’utilizzo delle nuove tecnologie potenziate dall’introduzione delle LIM (lavagne interattive multimediali).


E non è poco, viste le premesse di scuola in ginocchio e di quadro sociale degradato nel quale ci troviamo ad operare.