Si riapre il dibattito sulla parità

da TuttoscuolaNews N. 432, 15.3.2010

In un’intervista al quotidiano cattolico Avvenire il ministro Gelmini riassume in due punti le linee cui intende attenersi per la completa attuazione della legge sulla parità scolastica: “Più coordinamento tra gli interventi regionali e quelli dello Stato”, e “un insieme equilibrato di misure per garantire la stabilità e la continuità di lavoro delle scuole paritarie”.

Il ministro peraltro non entra in dettagli. Dopo aver fatto presente che “fissare il nuovo quadro normativo, dalla legge ai regolamenti attuativi, è stata la priorità di questi anni”, Gelmini ricorda che “dal punto di vista economico non bisogna dimenticare che si è 'traghettato' il sistema delle parifiche nel nuovo regime delle convenzioni per le scuole primarie con un finanziamento significativo assicurato per ogni classe (19mila euro per classe) e per il sostegno dell’handicap”.

In concreto il maggiore coordinamento tra lo Stato e le Regioni potrebbe riguardare il versante del diritto allo studio, un terreno sul quale già alcune Regioni si sono mosse e che comporterebbe il rafforzamento delle misure a sostegno delle famiglie che scelgono le scuole paritarie (buono scuola, detassazione e simili).

Più difficile è immaginare che cosa potrebbe essere fatto per “garantire la stabilità e la continuità del lavoro delle scuole paritarie”, perché il sostegno finanziario diretto alle scuole susciterebbe nuove controversie, soprattutto se fosse automatico: una soluzione preclusa dall’art. 33 comma 3 della Costituzione nell’interpretazione autentica datane dai proponenti dell’inciso “senza oneri per lo Stato”. Che tuttavia non esclusero la facoltà, per lo Stato, di decidere motu proprio, cioè sulla base di una legge, il finanziamento di determinate scuole (furono citate quelle dei salesiani).