Niente nuove scuole statali
se ci sono le paritarie?

da Tuttoscuola, 8.3.2010

Uno dei punti discussi sabato scorso nell'assemblea ordinaria della Filins (l'acronimo sta per Federazione Italiana Licei linguistici e Istituti scolastici Non Statali) è quello della programmazione dell'offerta formativa sul territorio.

Il presidente della Federazione, Giovanni Piccardo, ha annunciato che la Filins e un'altra associazione di scuole non statali, la Fiinsei, hanno interessato alcuni parlamentari affinché sollevino la questione a livello politico ed eventualmente legislativo. La loro richiesta va nel senso che "dove è già operante una scuola paritaria deve essere impedita l'istituzione di un'analoga scuola statale".

Qualcosa del genere esiste già nell'ordinamento scolastico italiano, ma riguarda un livello di età definito "prescolastico" dalla legge istitutiva (n. 444 del 1968), quello corrispondente alla scuola dell'infanzia (allora "materna"): in quel caso, dopo molte discussioni (due anni prima sulla stessa questione era caduto un governo), il Parlamento decise da una parte di istituire le scuole materne statali, e dall'altra di riconoscere un consistente "contributo" alle numerose scuole non statali già funzionanti. In qualche modo la concessione di questi contributi sosteneva e legittimava la presenza delle scuole materne non statali, accanto a quelle statali, in una sorta di sistema integrato e territorialmente equilibrato.

Difficile (ma non impossibile) è che questo modello possa essere esteso al di là del livello "prescolastico" perché è la stessa Costituzione (art. 33, comma 2) a prevedere che la Repubblica istituisca "scuole statali per tutti gli ordini e gradi": a prescindere quindi dalla presenza di scuole non statali, ancorché paritarie. In ogni caso il gestore della scuola si dovrebbe far carico di garantire il funzionamento della scuola per un tempo prestabilito.