Formazione continua, di A.G. La Tecnica della Scuola, 17.3.2010 Gli occupati che nell'arco di un anno hanno avuto l'opportunità di partecipare ad almeno un'attività di formazione collegata al proprio lavoro sono stati il 42,8% nel 2008, con un aumento di oltre 10 punti percentuali rispetto al 2004 (32,7%). Rimangono in vita però molte discrepanze: settoriali, sessuali e anagrafiche. Sempre più lavoratori usufruirebbero della formazione continua, finalizzata all'aggiornamento professionale o all'acquisizione di nuove competenze: gli occupati che nell'arco di un anno hanno avuto l'opportunità di partecipare ad almeno un'attività di formazione collegata al proprio lavoro sono stati il 42,8% nel 2008, con un aumento di oltre 10 punti percentuali rispetto al 2004 (32,7%). A sostenerlo è l'Isfol, l'istituto per lo sviluppo della formazione professionale, che sull’argomento ha svolto un’indagine approfondita.
Certo, l’accesso
all’aggiornamento non è affatto uniforme. I tassi di partecipazione
sono in media più alti nel terziario, dove il 46,5% degli occupati
partecipa alle attività formative (contro il dato medio del 42,8%).
Inoltre, a percentuali molto basse di partecipazione alle attività
formative fra i lavoratori in possesso di scuola dell'obbligo
(28,6%) si contrappongono tassi molto elevati in corrispondenza dei
laureati (69,8%). Aggiornarsi, inoltre, è sinonimo di giovane età. Anche se la tendenza a concentrare la formazione sulle fasce giovanili interessa tutti i lavoratori, in particolare gli autonomi (45,2% dei formati nella fascia d'età fino a 34 anni, contro una media del 36,3%) e i dipendenti privati (41,3% contro una media di categoria del 39,5%). Dal rapporto Isfol emerge poi che cresce il ruolo dei fondi paritetici interprofessionali per la formazione continua: vi aderiscono il 42% delle imprese che coinvolgono il 59% dei lavoratori. I fondi hanno finanziato attività di formazione per un ammontare di 440milioni di euro nel 2008, per il 38% proveniente dalle imprese. |