IMMIGRAZIONE
Tetto agli stranieri, Colosio gela le scuole
«Sulle deroghe deciderò io caso per caso»
I presidi chiedono di accogliere tutti gli
alunni già scolarizzati,
anche sforando i parametri
Il
Corriere della Sera
3.3.2010
MILANO - Meglio non correre. E non farsi prendere troppo
dall’entusiasmo. Su eventuali deroghe al tetto del trenta per cento
di stranieri per classe decide solo lui e in totale autonomia, come
precisa a chiare lettere la circolare del ministero dell’Istruzione.
E visto che, appunto, non ha ancora deciso e aspetta di avere
notizie più chiare sulla situazione lombarda, il direttore
scolastico regionale, Giuseppe Colosio, non si scompone: «Valuteremo
attentamente ogni caso». Con chiosa: «Chi avrà la deroga se lo
ricordi: non potrà chiedere i fondi per l’integrazione».
Una precisazione che gela i presidi.
Eppure gli animi sembravano rasserenati dopo la riunione di lunedì
pomeriggio in cui si è deciso di andare tutti insieme da Colosio per
chiedergli di chiudere un occhio sullo sforamento del tetto di
immigrati (situazione che si verifica in cinquanta istituti di
Milano e Provincia). Complice anche il provveditore, Giuliana
Pupazzoni, i dirigenti «di frontiera» hanno proposto che i bambini
stranieri già scolarizzati (almeno due anni di materna o tre di
elementari) possano essere iscritti senza sottostare alle regole
delle quote. Sembrava fatta. Anche perché con questi nuovi parametri
nessuna scuola milanese risulterebbe «fuori-quota». Nemmeno via
Paravia (dove i bimbi stranieri, nella futura prima, saranno i
cinque sesti del totale).
«L’accertamento della scolarità —
sottolinea il provveditore — è uno degli elementi
fondamentali per gestire la situazione. Aspettiamo i dati
definitivi, ma la proposta è stata condivisa a tutti i livelli».
Meglio aspettare, però. Almeno martedì, quando Colosio incontrerà
tutti i provveditori lombardi: «Solo allora avremo un quadro
preciso». Perché «ogni deroga deve essere decisa in base a realtà
concrete, verificate». Quindi, per capirsi, non è detto che un
bambino che sia stato iscritto per due anni alla scuola
dell’infanzia l’abbia effettivamente frequentata imparando davvero
la lingua italiana.
Un iter più complesso del previsto.
Colosio si limita a dire: «Le decisioni prese dal mio ufficio
saranno motivate». Ma sia chiaro: «Chi chiede la deroga, a quel
punto non può fare domanda per i fondi dedicati alle scuole a forte
tasso di immigrati ». Come a dire: se i vostri alunni sono
perfettamente scolarizzati, a quel punto non avete bisogno di
laboratori di italiano, facilitatori linguistici, strutture di
sostegno. Molto chiaro. Tanto che i presidi già tremano: «Sapevamo
che ci sarebbe stata qualche brutta sorpresa». Ma la speranza
rimane: «Le nostre sono proposte di buon senso, saranno accolte».
Basta aspettare. Le decisioni di Colosio e quelle dei giudici: per
il 9 aprile è fissata la prima udienza che discuterà il ricorso
presentato da due mamme straniere contro la circolare del ministro
Gelmini.