Crocifisso

Strasburgo riesaminerà caso,
Cei: Passo avanti

Decisione finale fra diversi mesi; Frattini: Vivo compiacimento

  ApCOM, 2.3.2010

Roma, 2 mar. (Apcom) - Non è ancora detta l'ultima parola sul crocifisso nelle aule scolastiche: la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo infatti ha deciso oggi di accogliere il ricorso del governo italiano per un riesame da parte della Grande Camera della Corte contro la decisione emessa lo scorso 3 novembre. Allora i supremi giudici europei avevano deciso che esporre il crocifisso nelle classi della scuola pubblica è contrario al diritto dei genitori di educare i loro figli secondo le proprie concezioni religiose, e al diritto degli alunni alla libertà di religione.

La Corte, ha spiegato il suo portavoce Stefano Piedimonte, "ha riconosciuto che il caso solleva una questione importante e grave per l'interpretazione della Convenzione europea sui diritti dell'uomo, come sostenuto nel suo appello dallo Stato italiano". Per la decisione definitiva bisognerà quindi attendere ancora "diversi mesi": e se a Strasburgo sottolineano che ammettere il rinvio del caso alla Grande Camera "non pregiudica in alcun modo la decisione finale in un senso o nell'altro", è pure vero che si tratta di un riesame che "avviene in casi eccezionali, soltanto 20 o 30 all'anno". Nel frattempo, la decisione odierna impedisce alla sentenza di novembre di produrre effetti giuridici fino alla decisione definitiva. Anche per questo, la decisione di oggi è stata definita "un passo in avanti nella direzione giusta" dal portavoce della Cei, mons. Domenico Pompili, secondo cui si tratta di "un segnale interessante che dimostra come attorno al crocifisso si sia creato un consenso ben più ampio di quello che si sarebbe immaginato". La decisione ha poi suscitato il "vivo compiacimento" del ministro degli Esteri Franco Frattini che ha detto di guardare "con fiducia alla successiva tappa del procedimento". "E' con soddisfazione - ha detto il ministro - che constato che sono stati accolti i numerosi e articolati motivi di appello che l'Italia aveva presentato alla Corte".

La lunga vicenda giudiziaria sulla legittimità del Crocifisso nella scuola italiana ha avuto inizio otto anni fa, nel 2002, quando Soile Lautsi Albertin, cittadina italiana originaria della Finlandia e il marito, avevano chiesto all'Istituto comprensivo statale Vittorino da Feltre di Abano Terme, frequentato dai loro due figli, di togliere i crocefissi dalle aule in nome del principio di laicità dello Stato. Dalla direzione della scuola era arrivata risposta negativa e la signora si è rivolta ai giudici. Dopo diversi passaggi davanti alle giurisdizioni interne che le avevano dato torto, nel 2007 la Lautsi si è quindi rivolta ai giudici della Corte europea dei diritti dell'uomo, che nello scorso mese di novembre, ribaltando le decisioni della magistratura italiana, le hanno dato ragione, stabilendo anche un risarcimento di cinquemila euro per danni morali a carico del Governo italiano.