SCUOLA

Avvenire, indignazione per tagli
(e ritardi) fondi a paritaria

ASCA, 20.3.2010

(ASCA) - Roma, 20 mar - ''Indignazione'' per l'abbattimento dei fondi destinati alla scuola pubblica paritaria (meno dell'1% della spesa per la scuola statale) e' espressa dal quotidiano della Cei 'Avvenire' che parla di ''flagrante inadempienza dello Stato''. La protesta e' espressa dal direttore del giornale Marco Tarquinio nella risposta a due lettere di altrettanti sacerdoti che illustrano le difficoltà per la scuola paritaria e per le famiglie già provate dalla crisi a seguito della politica di tagli del ministro Gelmini.

''Credo non colpisca solo me il tono accalorato della vostra protesta, cari amici sacerdoti, ma come non giustificarlo e, anzi, condividerlo - afferma Tarquinio -, rendendosi conto che la flagrante inadempienza dello Stato nei confronti della scuola paritaria ne sta minando le fondamenta? Come non reagire allo stillicidio di chiusure che anno dopo anno riduce sempre più il già esiguo numero di istituti paritari non statali?''. ''Eppure questa presenza, privata nella gestione, ma pubblica nell'esercizio -e per questo sottoposta a regole ancora più severe di quelle della scuola statale, ad esempio sul versante edilizio e della sicurezza- consente allo Stato risparmi enormi (l'aggettivo non e' esagerato, perché si tratta di miliardi di euro, come abbiamo tante volte documentato). Per questo - aggiunge Tarquinio - la cifra che dal bilancio statale oggi giunge alle scuole paritarie - meno dell'1% di quanto investito nell'istruzione statale -, peraltro sempre con enorme ritardo e incerta fino all'ultimo, e' più motivo di indignazione che di riconoscenza''.

''Mi associo quindi a voi, cari amici -prosegue il direttore di 'Avvenire' -, nel chiedere che si ponga fine a questa altalena che tiene da anni col fiato sospeso tante istituzioni il cui prestigio si e' costruito lungo decenni di servizio generoso; che lascia nell'incertezza migliaia di docenti e di personale tecnico e ausiliario che hanno, al pari dei colleghi di scuola statale, diritto a lavorare serenamente; che inquieta centinaia di migliaia di allievi e famiglie, i quali non devono sentirsi ulteriormente vessati nell'esercizio di un diritto che avviene secondo le leggi dello Stato''. ''Sono convinto - conclude Tarquinio - che il ministro Gelmini intenda davvero e positivamente 'fare di più' nell'applicazione della legge e nel rispetto del principio paritario che ne discende. Sono convinto che voglia porre fine all'era della 'precarietà' per la scuola pubblica non statale. Sono convinto, con voi cari amici, don Carlo e don Gianni, che il momento e' arrivato da un pezzo''.