Francia: verso istituti da TuttoscuolaNews N. 439, 10.5.2010 Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha deciso: per i bulli tra i 13 e i 16 anni, già espulsi almeno una volta dalle scuole, niente riformatori, come vorrebbe l’opinione pubblica più conservatrice, ma strutture semiresidenziali specializzate nel recupero e riscolarizzazione di questi giovani. La misura dovrebbe essere già operativa per il prossimo anno scolastico. Si parla di una dozzina di “istituzioni di reinserimento scolastico”. Nei giorni scorsi Sarkozy ha riunito un apposito gruppo di lavoro, comprendente psicologi, pedagogisti e dirigenti scolastici, per mettere a punto l’idea, presentata come una “seconda chance” offerta a giovani, in genere pluribocciati, che sarebbe in ogni caso difficile inserire in classi formate da alunni più giovani e fragili. “Non si può essere liberi quando si ha paura, liberi di studiare e di imparare”, ha detto Sarkozy il 5 maggio 2010, parlando a trecento personalità convocate all’Eliseo. Riferendosi a recenti episodi di bullismo che hanno colpito anche gli insegnanti, ha annunciato che non si può più attendere: “occorre ripristinare la serenità e il rispetto”. Un’altra misura, applicabile in un centinaio di scuole a rischio, consentirà ai presidi di scegliere “su profilo” insegnanti ritenuti idonei a fronteggiare il bullismo. E ci saranno anche undici “internati d’eccellenza” per alunni particolarmente dotati, provenienti da quartieri “difficili”. Non tutti sono d’accordo, come emerge dal dibattito in corso su Le Monde. Contrari sono i sindacati. Frédérique Rollet, segretario del più importante sindacato francese degli insegnanti (SNES-FSU), parla di “cose note che ledono il principio di uguaglianza e assimilano scuola e impresa”. Ma l’opinione pubblica, stando ai sondaggi, giudica necessarie misure drastiche per combattere il bullismo. In ogni caso, va detto, quanto sta avvenendo in Francia merita attenzione. |