La solitudine dell’insegnante di Sandro Mattiazzi* 7.5.2010
Ricolmo di nubi nere cartacee, urlanti per gli echi di chissà quanti voci e voci forti e severe,
invischianti nubi di retorica e frustrazione nel constatare d’aver colpainognicaso poiché ogni cittadino è stato persuaso che insegnare è del lavoro la negazione.
A volte SCUOLA d’improvviso risplende a causa delle democratiche elezioni o di tutti i problemi nel trovar soluzioni che dall’insegnante serio ci si attende,
ma se fortuitamente si parla di stipendio sorgono compatti e allineati destra e sinistra, davvero scandalizzati come se fosse al buon gusto vilipendio,
il denaro è questione/argomento d’altri: dirigenti, esperti, universitari, politici, “creativi” o militari nonché persone “d’ingegno” o scaltri.
L’insegnante è poco più che nulla perché dovrebbe esser ben pagato chi è già altamente privilegiato di far un’attività sostanzialmente fasulla?
E fra poco saremo giudicati bollati, fors’anche sculacciati da scartoffie e dirigenti in questo sempre assai attenti; a qualcuno aumenteranno di poco la mensile sportula a qualcun altro gli daranno sempre la stessa per qualcun altro ancora cercheranno la via per poterlo (con ignominia) cacciare via.
La dignità dell’insegnante non ha più respiro non ha più amici non ha più speranza; è sola guardandosi intorno in una tristissima vacanza
Mestre 7 maggio 2010 Sandro Mattiazzi direttivo GILDA Venezia
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