Ci si laurea prima e meglio. da Tuttoscuola, 26.5.2010 Oltre ai dati Istat che destano più di qualche preoccupazione, oggi sono stati diffusi anche i dati del Consorzio Almalaurea contenuti XII Profilo dei laureati italiani. E questi risultano più confortanti. Secondo lo studio del consorzio interuniversitario, compiuto su 190 mila giovani che hanno ultimato gli studi quest'anno, quelli dell'ultimo anno sono i laureati più giovani che l'Italia abbia mai avuto. Le buone notizie non finiscono qui: un laureato su cinque completa gli studi prima di compiere i 23 anni. Si registrano inoltre voti più alti e competenze più elevate. L'indagine giunge a quasi dieci anni dalla riforma dell'università con l'introduzione del 3+2, ed è anche un'opportunità per fare il punto sugli esiti delle norme via via introdotte. Per Andrea Cammelli, direttore del consorzio, la convinzione è che "i risultati raggiunti, al di là delle tante cose di cui l'università si deve emendare, delle difficoltà, senza finanziamenti adeguati e con continue riforme, siano complessivamente assai più confortanti di quanto non vadano ripetendo i tanti cultori del flop della riforma". Tra il 2001 e il 2009, il numero delle lauree conseguite è cresciuto di oltre il settanta per cento ma buona parte è dovuta al fatto che molti giovani si ritrovano in tasca due titoli (la laurea breve e quella specialistica). Più utile forse il numero degli anni di formazione universitaria portati a termine, che pure sono cresciuti del 22,3 per cento. Al contempo, anche la regolarità degli studi è aumentata e i laureati in corso sono quadruplicati. Il 39,2 per cento dei giovani dell'ultima ondata hanno chiuso i libri universitari in tempo con i programmi di studio. Nel 2001 erano stati solo il 9,5 per cento. Nel dettaglio della tipologia di corso di studi si notano differenze molto accentuate: si va dal 72,8 per cento delle professioni sanitarie al modesto 18,2 per cento dei "triennali" del gruppo giuridico. Per quello che riguarda l'età della laurea, nel 2001 vi si arrivava poco dopo avere compiuto i 27 anni. Ora, quasi uno su cinque ce la fa prima ancora di tagliare il traguardo dei 23 anni. In media, i giovani che scelgono la laurea breve ci riescono a 23,9 anni. Bassa l'età anche dei laureati di secondo livello (25 anni) e quella degli specialistici a ciclo unico (26,1 anni). Questo, al netto del fenomeno crescente degli iscritti "anziani" che stanno facendo aumentare l'età media di immatricolazione. Naturalmente, il quadro non è tutto rose e fiori. Alcuni corsi di studio molto professionalizzanti e importanti invece di aumentare gli anni di formazione complessiva hanno fatto i conti con una diminuzione. E' il caso dei titoli per le lauree scientifiche come chimica, fisica e matematica. Quanto al legame degli studi con il mondo imprenditoriale, questo si è fatto più concreto: oltre la metà dei giovani usciti ora dagli atenei hanno fatto stage e tirocini riconosciuti dal corso. Erano solo il 18 per cento nel 2001. Più complicato invece per gli studenti partecipare adesso a programmi di studio all'estero come l'Erasmus, soprattutto durante gli anni della laurea "breve": in questo caso la quota di adesione si è quasi dimezzata rispetto a prima della riforma. Per quello che concerne la soddisfazione per gli studi compiuti, il 33,9 per cento degli studenti si sono detti molto soddisfatti degli studi seguiti. Nel 2001 erano qualche punto percentuale in meno. Eppure la quota di chi si iscriverebbe di nuovo alla stesso corso è pressoché la stessa di allora, poco più del 68 per cento. |