No a tagli e Finanziaria, il 31 maggio di Alessandro Giuliani La Tecnica della Scuola, 29.5.2010 Gli esponenti di spicco in diverse città per ascoltare le voci di quelli che il suo segretario ha definito ‘eroi moderni’: il malessere del personale nelle e-mail che quotidianamente arrivano al partito per chiedere consigli, sostegno e fare denunce. Sferzante Bersani: mentre tagliavamo 8 miliardi alla scuola ne spendevamo 12 in più per l'acquisto di beni e servizi della Pa. A pochi giorni dalla presentazione della manovra Finanziaria, il Partito democratico si mobilita in difesa della scuola decretando un’intera giornata, lunedì 31 maggio, alla raccolta all’interno degli istituti scolastici delle opinioni dei diretti interessati. "I parlamentari del Pd - riferisce una nota - saranno presenti in decine di scuole in tutta Italia per raccogliere indicazioni e dati sulle conseguenze dei tagli del governo ai danni della qualità della scuola pubblica italiana. E` una mobilitazione che coinvolge tutte le regioni italiane, durante la quale i parlamentari del Pd incontreranno docenti, dirigenti scolastici, studenti, genitori e personale Ata per ascoltare le voci di quelli che Bersani ha definito ‘eroi moderni`". Quella del primo partito d’opposizione è una presa di posizione che non dipende però solo dai contenuti della manovra correttiva dei conti pubblici: "dalle segnalazioni giunte al Pd, emerge - prosegue il comunicato - un divario sempre più netto fra la politica di smantellamento messa in atto dal governo e l`impegno di studenti e professori per difendere la vera arma per il rilancio del Paese, e cioè l`istruzione pubblica". Il Partito democratico rivela che il malessere per questo tipo di problematiche è notevole. Sarebbero molte le denunce che il Pd riceve quotidianamente dal personale della scuola sulla propria e-mail per chiedere consigli, a volte sostegno, ma anche per fare delle denunce: “da Padova – riferisce la nota di partito - segnalano i crediti che lo Stato non restituisce, determinando bilanci in rosso; da Empoli arriva la denuncia della contrazione del numero delle sezioni e l`aumento di alunni per classe; una scuola di Fermo, dove la percentuale di alunni figli di immigrati è dell`80%, evidenzia l`assurdità del tetto al 30%; a Palermo la denuncia di sedi scolastiche non a norma; la crescita esponenziale delle pluriclassi in tutta Italia; i tagli al tempo pieno in Emilia, Lombardia e Veneto, con buona pace della Lega, e così via”. Secondo Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria nazionale del Pd, con questa iniziativa "il Pd vuole fare sentire la propria vicinanza al mondo della scuola. La resistenza dei lavoratori della scuola, delle famiglie e degli studenti che subiscono i tagli del Governo, è la nostra battaglia per un Paese più equo". Diversi i rappresentanti massimi del Partito democratico che prenderanno parte alle iniziative: Rosy Bindi sarà ad Arezzo, Massimo D`Alema, Giovanna Melandri, Ignazio Marino, Giovanni Bachelet e Maria Coscia a Roma, Emanuela Ghizzoni a Modena, Andrea Orlando a La Spezia, Alessandra Siragusa a Palermo, Maria Pia Garavaglia a Verona, Marina Magistrelli ad Ancona, Emanuele Fiano e Fiorenza Bassoli a Milano, Vittoria Franco a Firenze, Colomba Mongello a Foggia e Franco Laratta a Cosenza. Dell’emergenza scuola, solo aggravata dalla manovra Finanziaria, ha voluto parlare anche il segretario, Pier Luigi Bersani, secondo cui “a differenza di altri paesi europei non abbiamo speso niente per le banche, non abbiamo dato nessuno stimolo all'economia, non abbiamo speso niente per rianimare l'economia, per quale diavolo di motivo noi non abbiamo i conti a posto? Lo dico io perchè mentre tagliavamo 8 miliardi alla scuola ne spendevamo 12 in più per l'acquisto di beni e servizi della pubblica amministrazione; perché la crescita l'abbiamo prevista più alta di quel che è avvenuto perché non abbiamo dato una spinta agli investimenti; perché dal punto di vista delle entrate fiscali abbiamo 'mollato' e quindi abbiamo avuto meno entrate; perché abbiamo buttato via dei soldi: Alitalia, la cancellazione delle norme antievasione che avevamo fatto, la seconda parte dell'Ici per i redditi più alti. Per questo i conti sono fuori posto". E per questo ora alla Pa, con in testa il comparto scuola, viene chiesto di stringere la cinghia. Più del solito. |