Dibattito sulle implicazioni
della sentenza del Consiglio di Stato da Tuttoscuola, 12.5.2010 Molti sono i commenti, alcuni polemici, sulla sentenza del Consiglio di Stato che ha riconosciuto la rilevanza della frequenza dell'insegnamento della religione cattolica (IRC) ai fini del calcolo del credito scolastico da assegnare agli studenti. In realtà, è il commento di Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in commissione istruzione alla Camera, l'aspetto rilevante della sentenza è che, per quanto "pilatesca", essa impegna il governo a garantire lo svolgimento delle attività alternative: "Si rispettino perciò le sentenze ma le si leggano integralmente, cogliendone tutte le implicazioni politiche", afferma la parlamentare. Calcolando in un punto il possibile punteggio aggiuntivo legato alla frequenza dell'IRC (per assiduità, attenzione ecc.), il fatto che in molte scuole non vengano apprestate le attività alternative danneggia gli studenti che non se ne avvalgono, e non possono mettersi in condizione di acquisire a loro volta il punteggio aggiuntivo. Conseguenza, sostiene Ghizzoni, della "pesante riduzione degli organici e dell'entrata in vigore delle nuove norme che, in modo specifico nella scuola secondaria, hanno previsto l'eliminazione delle ore a disposizione dei docenti''. |