Le due verità sul tempo pieno:
classi in aumento e richieste inevase

da Tuttoscuola, 19.5.2010

Il comunicato ministeriale sull'aumento del numero di classi a tempo pieno nella scuola primaria e i contro-comunicati sindacali che affermano esattamente il contrario fanno pensare alla solita guerra di cifre dietro la quale non è facile individuare la verità.

Eppure, nel contrasto dei numeri, sembra emergere una realtà che sostanzialmente dà ragione ad entrambe le parti. Dipende soltanto da quale punto di vista questa realtà viene osservata, proprio come nell'abusato esempio del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto.

Ha ragione il Miur, quando sostiene che il numero delle classi a tempo pieno, rispetto all'anno in corso che aveva registrato un incremento di 2.176 classi più di quelle del 2008-09, verrà aumentato complessivamente di ulteriori 782 unità, sfiorando, quindi, 3mila classi in aumento nel biennio 2009-10.

Ma hanno anche ragione i sindacati della scuola che denunciano la insufficiente risposta ministeriale di tempo pieno rispetto alla forte domanda delle famiglie.

I Cobas parlano di 2mila classi mancate e di 70 mila bambini esclusi dal servizio del tempo pieno.

Dalle sedi locali della Flc Cgil arrivano altri numeri: a Firenze non sono state attivate 75 nuove classi a tempo pieno richieste dalle famiglie, a Milano quasi 4.000 bambini sono stati spostati d'ufficio sul tempo normale perchè le classi a tempo pieno non sono state attivate per tutti.

Nella provincia di Perugia le classi di tempo pieno non attivate nonostante le richieste sono 39.

La Flc Cgil, per bocca del segretario Mimmo Pantaleo, chiede "dati certi" e sfida il ministro a dire "se è vero o no che migliaia di ragazzini restano fuori dal tempo pieno".

Peraltro, ricordano dalla Uil Scuola, "il ministero sta imponendo alle scuole di coprire l'orario del tempo pieno con degli spezzoni orari: i presidi devono utilizzare i risparmi sulle compresenze per comporre l'orario".