Il 22 giugno la prima prova.
Più di tre ragazzi su dieci pensano che non ci saranno sconti

Maturità, l’incognita delle ammissioni

L’anno della nuova severità. Con un 5 non si passa: 100 mila studenti a rischio

Annachiara Sacchi Il Corriere della Sera, 29.5.2010

MILANO — È il momento del panico. Dei ripassi, delle lezioni private, delle nottate matte e disperatissime sui libri. Si chiama paura da maturità. Ma prima ancora c’è un altro scoglio da superare: l’ammissione all’esame. Che quest’anno si conquista solo con il sei in tutte le materie. Nel segno del rigore, come ha chiesto il ministro Mariastella Gelmini. E della sufficienza in qualche modo, come implorano i ragazzi.

L’esame prima dell’esame. Sono più di mezzo milione (500.694) gli studenti italiani che dal 22 giugno potrebbero affrontare la prova per eccellenza, quella che si ricorda per tutta la vita. Potrebbero, visto che secondo l’ordinanza ministeriale numero 44 del 5 maggio, sono ammessi solo gli alunni «che conseguano nello scrutinio finale una votazione non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline ». In sostanza, visto che alla fine del primo quadrimestre si contavano 300 mila insufficienti tra gli iscritti all’ultimo anno di superiori, si teme che la non ammissione possa riguardare un esercito di centomila ragazzi. Certo, sempre l’ordinanza spiega che «il consiglio di classe adotta liberamente criteri e modalità da seguire per la formalizzazione della deliberazione di ammissione». Ma resta un fatto: basta un 5 per dire addio all’esame.

Terrore. Secondo un sondaggio di Studenti.it il 32 per cento dei maturandi è consapevole del fatto che non ci saranno sconti. Si gioca tutto con le ultime interrogazioni. Richiesta disperata: «6 politico». Margherita Mastrangelo, preside del liceo scientifico Righi di Roma, cerca di calmare gli animi: «Gli studenti sono preparati a questa novità. E comunque abbiamo stabilito che davanti a un 5 si può arrotondare il voto. Naturalmente con una motivazione ». Giorgio Rembado, presidente dell’associazione nazionale presidi, chiarisce: «Più che di maggior rigore parlerei di una razionalizzazione necessaria: se certe regole non sono messe per iscritto se ne perde la sostanza». Detto questo, «gli studenti stiano tranquilli: l’ammissione è una decisione collegiale ».

Alessandra Francucci, al vertice dello scientifico Sabin di Bologna, applicherà le nuove regole: «Ora si tratta di non lasciare troppi ragazzi in difficoltà ». Un sospiro: «La percentuale di non ammessi è destinata ad aumentare». Ne è convinto ancheMimmo Pantaleo, segretario nazionale di Cgil scuola: «Con i tagli alla scuola pubblica, nono sono stati garantiti i corsi di recupero. E così viene premiato chi ha potuto studiare grazie ai soldi dei genitori». Di tutt’altro avviso è Bruno Iadaresta, responsabile scuola del Moige, Movimento italiano genitori: «La nuova ammissione all’esame è positiva, poiché promuove la qualità nella scuola ».

Non resta che studiare. Con la consapevolezza che, anche una volta ammessi, non sarà una prova facile (e infatti è già caccia al commissario esterno: basta cliccare sul sito del ministero per conoscere i propri esaminatori). Prima difficoltà, i tempi ravvicinati: i tre scritti saranno nella stessa settimana, il 22, 23 e 25 giugno.

Annata dura anche per i 25.801 privatisti: per accedere all’esame dovranno sostenere un test preliminare. E nuovi ostacoli sono previsti per i bravissimi, per i quali la lode diventa quasi un miraggio: potrà essere assegnata solo a chi avrà ottenuto il punteggio massimo in tutte le prove, arriverà al cento senza usufruire del bonus di cinque punti e sarà ammesso con la media dell’otto.