La Grecia, i tagli, la scuola

da Tuttoscuola, 10.5.2010

Il ministro Tremonti, intervenendo alla Camera per presentare le decisioni del Governo per l'aiuto alla Grecia, ha dichiarato che nessuno è immune dai rischi, nemmeno i passeggeri (Germania?) con il biglietto di prima classe. Ha tranquillizzato sulla situazione italiana, facendo intendere chiaramente che i meriti di questa tranquillità (non assoluta) sono da ascrivere alla politica dell'attuale Governo.

Nel dibattito è intervenuto, a nome del PD, l'on. Fassino che ha rivendicato al Governo Prodi e al ministro Padoa-Schioppa, predecessore di Tremonti, il merito di avere impostato la politica di prudenza sui conti pubblici consentendo ora all'Italia di mettersi al riparo (si spera) dalla nuova bufera. L'on. Cicchitto, capogruppo del Pdl, ha chiesto all'opposizione di riconoscere i meriti dell'attuale Governo.

La politica del rigore e dei tagli ha avuto due padrini, come ben sa la scuola, il settore pubblico che, più di altri, ha subito gli effetti di quella linea di austerità e razionalizzazione della spesa, in termini di notevole riduzione di organico.

Padoa-Schioppa, il ministro che ha inventato anche la clausola di salvaguardia, con le sue finanziarie aveva ottenuto la riduzione graduale di oltre 42 mila posti di docente e di 8 mila posti Ata, di cui, per il biennio 2009-11, 20 mila di docente e 2 mila Ata. Tremonti ha calcato ulteriormente la mano prevedendo la riduzione di circa 67.500 posti di docente in meno e di 42.500 posti Ata.

Nel giro di un quinquennio, a cominciare dal 2007, la scuola ha pagato duramente o sta pagando per la riduzione della spesa pubblica e per la tranquillità dell'intero Paese in termini pesanti: 109.500 posti di insegnante e 50.500 posti Ata per un totale complessivo di 160 mila unità.

Se la Grecia sembra più lontana, il Paese deve un grazie anche ai sacrifici della scuola.