Università, eliminati 469
corsi di laurea in due anni

Via 371 triennali primo livello (-13,3%), 97 specialistiche (-4%)

 La Stampa, 26.5.2010

ROMA
Una università “dimagrita”, in due anni, di 469 corsi di laurea (-9%): in tutto sono 371 le lauree triennali di primo livello scomparse (-13,3%) e 97 quelle specialistiche (-4%). Sono gli atenei statali, che coprono la più ampia offerta formativa, a tagliare di più (-9%) a fronte di un calo dei corsi di laurea nelle università private del 3,5% . Sforbiciate più incisive per gli atenei di media grandezza (-16,4%), seguiti dai mega atenei (-12,1%) e dai politecnici (-11,4%). L’offerta formativa, infine, si è contratta di più laddove era già meno presente (nelle isole e nel sud della penisola).

A rendere noti i dati dell’operazione di riduzione dei corsi accademici avviata a partire dall’anno accademico 2007-2008 e tuttora in corso è il Cun, il Consiglio universitario nazionale.

Secondo quanto risulta al Servizio informazione e comunicazione del Cun i corsi di laurea sono passati da un totale di 5.460 (anno accademico 2007-2008) a 4.986 (anno accademico 2009-2010) con una eliminazione netta di 469 corsi (- 9%). Nel dettaglio le lauree triennali di primo livello sono passate da 2782 a 2411 (-13,3% ), le lauree specialistiche da 2401 a 2304 (- 4%).

Non è stata invece tagliata l’offerta delle lauree a “ciclo unico” come medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria, veterinaria, farmacia, chimica e tecnologie farmaceutiche, architettura, ingegneria edile e giurisprudenza. Restano stabili (sono 250 ed erano 251 nel 2007-2008), prevedono un percorso di studio di 5 o 6 anni e sono afferenti a professioni regolamentate.

Le sforbiciate più incisive avvengono negli atenei statali che, in due anni, hanno eliminato il 9,1% dei corsi di laurea. Le statali coprono la più vasta offerta formativa nel nostro Paese (sono il 93,3%). Le università private, invece, tagliano il 3,5% dei corsi e sono il 4,4% dell’offerta universitaria nazionale.

L’offerta formativa si è contratta in modo differente su base geografica. In due anni il centro Italia ha rinunciato a 139 corsi di laurea (i tagli più evidenti li ha decisi l’università La Sapienza di Roma), il sud ne ha eliminati 108, il nord-ovest 53, il nord est 87 e le isole 87. In percentuale si evidenzia purtroppo che l’offerta formativa si è contratta di più laddove era già meno presente: isole -13,9%; sud -9,5%; centro -9,3%; nord est - 7,9% e nord ovest - 4,6%.

Tagliano di più gli atenei di media grandezza con 10.000/20.000 iscritti (-16,4%); seguiti dai mega atenei con oltre 40.000 studenti (-12,1%) e dai politecnici (-11,4%). I grandi atenei, con 20.000/40.000 studenti tagliano del 2,3% e i piccoli (con meno di 10.000 studenti) dello 0,8%.

Spiega Andrea Lenzi, presidente Cun: «La riduzione è a carico soprattutto delle lauree triennali ed è stata realizzata per offrire ai giovani un percorso di studio “di base” più completo e meno frammentato rispetto alla situazione precedente. I tagli sono stati eseguiti secondo criteri di razionalizzazione dei percorsi formativi eliminando l’eccessiva frammentazione e l’esagerata moltiplicazione dei corsi di studio».