Scuola, le famiglie contro il caro-libri:
«Gli stessi testi, ma costano di più»
Il ministero ha
bloccato l'adozione di nuovi testi.
Malumore dei docenti. Gli editori: impossibile congelare i prezzi
di Anna Maria Sersale Il Messaggero,
9.5.2010
ROMA (9 maggio) - «Le adozioni dei libri
scolastici sono bloccate per cinque o sei anni, ma i prezzi
continuano a salire anche se il testo non ha subìto modifiche», è la
protesta di molti genitori convinti che «gli effetti del blocco non
basteranno a combattere il caro-libri perché le norme sono
facilmente aggirabili». Tema caldo, questo delle scelte, dal momento
che il rito si dovrà compiere entro la seconda decade di maggio. Con
una novità. Tranne rarissime eccezioni i testi che sono stati
adottati lo scorso anno andranno necessariamente mantenuti. Per la
prima volta, infatti, gli insegnanti sono legati alla legge 167 del
2009, legge di conversione del decreto 134.
«Salvo specifiche e motivate esigenze» i
docenti dovranno limitarsi a confermare i testi in vigore,
così recita la norma. Però le famiglie sono deluse. Speravano che la
novità portasse un consistente risparmio e la possibilità di evitare
la solita “stangata”. Le prospettive, invece, non sono rosee. «Il
blocco delle adozioni - lamentano le associazioni dei consumatori -
non comprende il congelamento dei prezzi».
«Ma è impossibile ipotizzare il
congelamento - sostiene Ulisse Jacomuzzi,
presidente del Gruppo
Educazione dell’Aie, l’Associazione italiana degli editori - il
prezzo di un libro non può restare fermo, poiché intervengono molte
variabili. Se, per esempio, nel 2008 ho stampato le copie di un
libro, che poi devo ristampare l’anno successivo o due anni dopo,
dovrò tenere conto dei nuovi prezzi di mercato delle materie prime.
La carta può essere aumentata del 10%, il trasporto può essere
aumentato e così la benzina. Certi costi prescindono dai contenuti.
Comunque, va evidenziato che negli ultimi anni i ritocchi in
copertina sono sempre stati di molto inferiori al 2%, mai oltre il
tasso di inflazione».
Dunque, non si sfugge agli aumenti.
Gli editori, già colpiti dal blocco, non possono avere ulteriori
perdite. Risultato: il giro di vite sulle adozioni dei libri alla
fine scontenta tutti. Gli insegnanti accusano il ministero di
limitare «l’autonomia della scuola e la libertà di insegnamento»
mentre i genitori sono convinti che il risparmio sarà inferiore a
quanto sperato.
Intanto la scuola dovrà rispettare i
“vincoli”, ribaditi dall’ultima circolare inviata dal ministero
il 4 marzo scorso: «Un libro può essere cambiato ogni cinque anni
per la scuola elementare e ogni sei per la scuola media e
superiore». Con alcune possibili deroghe. Eccole: «Se dobbiamo
introdurre materie nuove per la riforma degli ordinamenti - spiega
la preside Clara Rech del liceo classico Augusto di Roma - allora sì
che possiamo cambiare il testo. Stessa cosa nel caso in cui
decidiamo di passare dal libro cartaceo a quello misto,
multimediale, che per una parte è scaricabile da Internet». Purché
su quel libro online l’editore si sia impegnato a «non fare una
nuova edizione per cinque anni, a partire dalla data del copyright».
Al massimo saranno tollerati degli “aggiornamenti”, in forma di
appendice.
La politica ministeriale contro il
caro-libri, dunque, non si è avvalsa solo del tetto di spesa
(che le scuole non potrebbero sforare) e del blocco delle adozioni:
ha previsto anche la “sostituzione” del libro di carta con quello
online, che alle famiglie dovrebbe costare meno, giusto? «Sì, il
prezzo dei testi che saranno scaricati da Internet sarà inferiore a
quello del libro tradizionale», assicura ancora Ulisse Jacomuzzi,
dell’Associazione italiana editori. Quanto inferiore? «Dipenderà, il
risparmio potrebbe essere del 25%, ma non è ancora possibile
precisare. Parliamo, comunque, di testi che verranno trasferiti da
Internet su un altro supporto informatico, non stampati».
Si tratterebbe di testi da consultare sul
desk del computer, anche per abituare i ragazzi alla
multimedialità. Tutto è cominciato con la ormai storica circolare
numero 16 del 10 febbraio 2009, con cui il ministro Gelmini ha
avviato l’introduzione del libro in versione online, in tutto o in
parte. «Gli studenti dell’era digitale - disse allora il ministro -
sono molto diversi dai figli di Gutenberg. Una novità, questa, con
cui la scuola e i processi di insegnamento dovranno misurarsi». Ora
siamo sul banco di prova. Se l’anno scolastico che parte a settembre
sarà ancora di transizione, dal 2011-2012, ribadisce la circolare
del 4 marzo scorso, le scuole potranno adottare solo libri
“scaricabili”.
Ma le scuole sono dotate degli strumenti
necessari per iniziare la nuova era? L’età avanzata di
migliaia di insegnanti non sarà un ostacolo insormontabile
all’utilizzo del nuovo strumento didattico? «Certo, le difficoltà
non mancano - ammette Roberto Ingravalle, docente di inglese allo
scientifico Newton di Roma - Abbiamo anche delle lavagne interattive
e io stesso ho dovuto cercare un nuovo approccio alla didattica,
però ci sono colleghi meno tecnologici che faticano a utilizzare
nuovi strumenti. La multimedialità, con immagini e filmati, può
essere un arricchimento, tuttavia cambia il lavoro degli insegnanti
e c’è bisogno di un adattamento».
Qualche difficoltà al primo liceo
scientifico: secondo i nuovi programmi varati dal
ministero dell’Istruzione, infatti, gli studenti dell’anno 2010/2011
si troveranno subito ad affrontare le materie di scienze e di fisica
che finora partivano, rispettivamente, dal secondo e dal terzo anno
di corso. Due nuove materie a tutti gli effetti, quindi, con tanto
di annessi libri: ma il tetto per l’adozione dei tomi del primo
liceo scientifico è rimasto lo stesso, pari 305 euro, senza tenere
conto che sarà necessario proprio l’acquisto dei due testi in più.