Federalismo scolastico/2.
Le competenze dello Stato e quelle delle Regioni

da TuttoscuolaNews N. 439, 10.5.2010

La Lega propone di completare il processo avviato con il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, che aveva attribuito alle Regioni solo le competenze di programmazione dell’offerta formativa e della rete scolastica, assegnando ad esse anche quelle finora mantenute dagli uffici scolastici regionali in materia di programmazione e gestione degli organici del personale.

L’attuazione del federalismo, secondo la Lega, comporta l’autonomia fiscale per regioni, province e comuni, che potranno stabilire imposte proprie ma anche accedere ad aliquote riservate e a quote dei grandi tributi erariali. Con queste risorse le Regioni dovranno finanziare integralmente, sulla base dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) e dei costi standard (che sostituiranno gradualmente la spesa storica), le funzioni fondamentali degli enti territoriali, inclusa la dipendenza del personale dirigenziale, docente e amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA). Per i territori a minore capacità contributiva si fa riferimento alla legge n. 42 del 2009, istitutiva di appositi fondi perequativi per la regione e gli enti locali.

Da notare che la Lega, su questo terreno, non compie apparentemente alcuna accelerazione. Si rifà anzi alle proposte che le Regioni e le Province autonome avevano già approvato e condiviso all’unanimità il 14 dicembre 2006, in sede di Conferenza unificata, proposte concernenti il master plan delle azioni da effettuare per dare compiuta attuazione al Titolo V della Costituzione nel campo dell’istruzione.

Azioni che dovranno svolgersi dando alle Regioni la possibilità di rendere coerente la programmazione dell’offerta di istruzione e formazione e della rete scolastica e formativa con la allocazione delle risorse umane disponibili, sia pure sempre nel rispetto dei LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni), fissati a livello nazionale con il loro concorso e consenso.