Domande & Risposte Chi decide l'inizio della scuola? a cura di Maria Teresa Martinengo La Stampa, 25.5.2010 È stata avanzata la proposta di far partire l’anno scolastico a ottobre. Chi ha la competenza sul calendario scolastico?
Il calendario scolastico attualmente varia da scuola a scuola e
viene stilato valutando tre passaggi. Il ministero dell’Istruzione
pubblica il calendario nazionale che comprende l’elenco delle
festività religiose, la data di partenza dell’esame di Stato e
l’indicazione dei giorni in cui si dovranno svolgere le diverse
prove. Gli assessorati delle amministrazioni regioni, poi, mettono a
punto il loro specifico calendario.
Ogni Regione definisce un calendario che tiene conto delle
temperature medie dell’anno, delle opportunità turistiche e
dell’usanza di celebrare, attraverso determinate usanze locali,
feste tradizionali come il Carnevale. Le scuole acquisiscono questo
calendario e, in base alle norme sull’autonomia scolastica regolata
dal DPR 275/99, lo adattano in base alle loro necessità.
Il calendario regionale viene valutato dal consiglio d’Istituto, in
cui sono rappresentate tutte le componenti della scuola: insegnanti,
dirigente, personale non docente, famiglie e, in seguito, può essere
eventualmente adattato. Le modifiche, comunque, devono sempre avere
una ragione ed essere giustificate.
Ragioni di modifica è stata, finora, la formula delle ore di
«cinquanta» minuti che necessita di recupero. Per questo la data
d’inizio delle lezioni in molte scuole è stato anticipato. Ci sono
poi interi quartieri in cui le scuole dell’obbligo si coordinano tra
loro per apportare modifiche comuni. Per esempio, per aggiungere
giorni di festa alle celebrazioni del Carnevale quando invece il
calendario regionale non li prevede. L’obiettivo è evitare che una
famiglia con figli in scuole diverse si ritrovi alle prese con
un’organizzazione impossibile.
I giorni di lezione devono essere almeno 200, ma i calendari
regionali ne prevedono un numero maggiore per andare incontro ad
eventi imprevisti, meteorologici ad esempio, a interruzioni per
consultazioni elettorali e così via. Ma anche per consentire giorni
di vacanza dovuti a tradizioni locali che la popolazione vuole
rispettare. Il calendario 2010/2011 del Piemonte, ad esempio, prende
il via il 13 settembre e include 206 giorni. Nel testo della
delibera si dice poi che «la data di inizio delle attività
didattiche potrà essere, eventualmente, anticipata a partire dal 9
settembre, per particolari esigenze legate all’attuazione dei Piani
dell’offerta formativa e per consentire nelle scuole secondarie di
secondo grado la sospensione delle lezioni per la realizzazione
degli interventi didattico-educativi».
Anche la fine delle lezioni può essere anticipata dalla singola
scuola, fermo restando lo svolgimento dei 200 giorni di lezione.
Il collegio dei docenti dà un parere di opportunità in base alle
esigenze della didattica, ma non ha possibilità di scelta autonoma.
La decisione spetta a tutte le componenti della scuola. Al collegio
tocca invece stabilire la ripartizione dei giorni sulla base di
criteri legati alla didattica, e cioè stabilisce se dividere il
tempo scuola in trimestri o in quadrimestri. E, in questo ambito,
quando sospendere le lezioni e quando fissare gli scrutini.
La proposta contenuta nel disegno di legge così com’è concepita
accorcia l’anno scolastico.
Per rendere realistica la proposta di dare il via alle lezioni il 30
settembre la norma dovrebbe modificare la durata dell’anno
scolastico. Ma questa modifica risulta impossibile perché esiste una
direttiva europea che stabilisce in 200 il numero minimo di giorni.
Proseguire le lezioni in giugno è impossibile: ci sono i punti fermi
dell’esame di Stato e dell’esame di terza media che impegnano i
docenti. Le vacanze di Natale lunghe da anni hanno anche l’obiettivo di consentire risparmio energetico. |