Rimprovera l’alunna la famiglia di Niccolò Zancan da Altri Mondi, 21.5.2010 «Stai zitta balena!». All’insegnate di disegno tecnico della scuola media Renato Guttuso di Ostia questa frase non è piaciuta affatto. Primo: l’aveva già sentita altre volte sulla bocca della stessa allieva. Secondo: in quella terza media c’è, in effetti, una ragazza sovrappeso, ed è costantemente presa in giro senza pietà. Così, ha alzato gli occhi dal registro che stava compilando, per rivolgersi alla ragazza di 14 anni che aveva appena insultato per l’ennesima volta la compagna: «Devi smetterla - le ha detto con voce ferma - devi cercare di essere educata». E lei urlando: «Non sono c... tuoi, la mia educazione...». L’insegnante: «Mi costringi a chiamare tuo padre». E lei: «Non ti preoccupare, chiamo io mia madre, così ti faccio vedere».
È esattamente quello che è successo ieri all’ora di pranzo, davanti
all’istituto. La madre è arrivata di corsa, già informata
dell’accaduto tramite telefonino. È venuta per regolare la
questione: «Come ti permetti di rimproverare la mia bambina?». E giù
insulti alla maestra davanti ad altri allievi e altri insegnanti,
fra il cortile e l’atrio. Spintoni, frasi sguaiate, era in missione
punitiva per conto della figlia. L’insegnante pallida e sbigottita,
la madre paonazza che avanzava urlando: «Chiedi scusa o finisci
male!». Insomma, il mondo capovolto. La scuola media Guttuso è a cinquanta metri dal lungomare di Ostia, non lontano da dove è stato ammazzato Pierpaolo Pasolini. Il quartiere è quello di piazza Gasparri, riconosciuto come uno dei più difficili di Roma. «Ma ci abitano anche un mucchio di brave persone», ci tiene a precisare un investigatore. Però, per rendere l’idea, quando nel 2005 era stata inaugurata la ristrutturazione della scuola, l’allora sindaco Walter Veltroni aveva consegnato delle targhe simboliche a cinque autisti Atac aggrediti nella zona mentre guidavano il pullman: «Per far capire ai bambini che gli eroi sono loro e non gli aggressori». La parola più usata per spiegare quello che è successo ieri è «degrado». L’insegnante di disegno è ancora molto turbata, con i carabinieri per un attimo si è sfogata: «So bene di lavorare in una scuola difficile, ho preventivato certe cose. Ma un conto sono le dinamiche con gli allievi all’interno dell’istituto, un altro è dover fronteggiare i genitori». |