Si accende il dibattito
sull'avvio delle lezioni a ottobre
Difformità di pareri sulla proposta di ritornare a scuola a ottobre.
Trasversalità di posizioni e due italiani su tre sono a favore

da Tuttoscuola, 24.5.2010

Probabilmente il senatore del Pdl Giorgio Rosario Costa non si aspettava che la sua proposta di riportare indietro le lancette del calendario scolastico finisse per suscitare tanto clamore con consensi e dissensi trasversali.

Un sondaggio di Sky, non rilevante statisticamente ma di indubbio interesse, rileva che quasi due italiani su tre sono favorevoli all'apertura dell'anno scolastico al 1° ottobre come succedeva fino a circa 30 anni fa.

Il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, si è detta "molto aperta" all'idea di posticipare l'inizio dell'anno scolastico, come proposto dal senatore Costa, e ha osservato che Il nostro paese vive di turismo e a settembre si possono avere migliori opportunità economiche per le vacanze. Contraria alla proposta invece la Lega Nord, in quanto estendere questa proposta a tutto il territorio nazionale significa mettere in difficoltà le famiglie e i lavoratori dipendenti perché questi alla fine di agosto, la maggior parte, iniziano il lavoro. E dove mettono i bambini?''

Nel mondo sindacale c'è divergenza di vedute: per Pantaleo (Cgil-scuola) si tratta di un'idea un po' stravagante e le vacanze estive sono una scusa, perché dietro il progetto di posticipare ci sono le conseguenze delle politiche sbagliate del governo; per Di Menna (Uil-scuola) l'idea non è poi così malvagia, ma il mese di settembre dovrebbe essere dedicato ad attività 'parallele', come attività di integrazione per bambini stranieri, corsi di recupero per gli studenti con lacune, accoglienza e orientamento alle prime classi superiori.

Spostare la data di inizio dell'anno scolastico al 30 settembre comporta soltanto la riduzione del tempo scuola, ha dichiarato Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione nazionale presidi, che ricorda come la ratio dell'attuale sistema scolastico parta proprio dalla crescita del numero dei giorni di lezioni. Per quanto riguarda le necessità climatiche, secondo Rembado, bisognerebbe dare maggiori autonomie alle regioni per rendere il calendario scolastico compatibile con l'esigenze climatiche locali.

Caute e un po' fredde, per il momento, le reazioni delle associazioni dei genitori.

Il dibattito suscitato dalla proposta sembra destinato a non spegnersi presto.