Via settimana mobilitazioni
contro tagli e ddl riforma

Martedì associazioni occupano rettorati, mercoledì davanti Senato

  ApCOM, 17.5.2010

Roma, 17 mag. (Apcom) - Prende il via domani una settimana di mobilitazioni indette da un largo numero di associazioni e sindacati accademici per protestare contro i tagli ai finanziamenti ed il disegno di legge Gelmini di riforma universitaria in discussione al Senato. Ben 18 organizzazioni sindacali hanno preparato un programma fitto di contestazioni: le giornate clou della settimana di protesta coincideranno con martedì 18 maggio, quando si attuerà l'occupazione simbolica di molti degli atenei pubblici italiani, ed il giorno dopo, mercoledì 19 quando le componenti accademiche, compresi i docenti, si riuniranno davanti al Senato per realizzare una manifestazione nazionale. Nei giorni scorsi le associazioni e i sindacati hanno inviato alle istituzioni un documento unitario nel quale spiegavano come nell'ultima versione del ddl di riforma Gelmini risulti "ancora più evidente l'intenzione di scardinare il sistema nazionale dell'università pubblica, concentrando le scarse risorse in pochi atenei ritenuti 'eccellenti' e ridimensionando il ruolo di tutti gli altri".

Le motivazioni della protesta sono svariate: si va dall'attacco all'autonomia universitaria con l'attribuzione del potere di valutare l'attività del singolo docente ad una agenzia nominata dal ministro all'aumento del potere dei rettori e del cda; le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria puntano inoltre il dito contro l'incremento di differenza di trattamento economico prevista per i docenti ordinari rispetto agli associati, oltre che l'introduzione di un modello costituito da pochi professori universitari di ruolo e da una 'base' amplissima di precari su cui comunque continueranno a gravare molte funzioni di docenza non riconosciute.

I promotori della protesta ritengono anche che le nuove norme accademiche modifichino "la natura stessa dell'università sottraendole il ruolo di sede principale della ricerca. È oramai più che evidente - continua il documento unitario - che si vuole demolire definitivamente l'università pubblica, autonoma, democratica, di qualità e aperta a tutti". Contro questo progetto le organizzazioni accademiche chiedono quindi che la società e il mondo universitario (professori, ricercatori, precari, dottorandi, tecnico-amministrativi, studenti) si mobilitino compatti. Intanto cresce giorno dopo giorno il numero di atenei in agitazione, soprattutto a seguito delle iniziative di protesta organizzate dai ricercatori, in netto contrasto con lo schema di riforma che prevede per una parte di loro la possibile espulsione dal sistema accademico dopo anni di precariato: nei giorni scorsi si sono svolte assemblee ed occupazioni simboliche a Roma, Milano, Torino, Siena e Messina. Diversi altri atenei hanno promesso di mobilitarsi nel corso della prossima settimana.