Dialetto e cultura locale da Tuttoscuola, 4.5.2010 Stanno suscitando sorpresa e spunti di polemica i testi provvisori di alcune schede delle linee guida per i nuovi tecnici. Ne parlano oggi diversi quotidiani, tra cui Il Messaggero. Nella scheda di lingua del settore economico e di quello tecnologico per il primo biennio è scritto "Conoscenze relative agli aspetti essenziali dell'evoluzione della lingua nel tempo e della dimensione socio-linguistica (registri dell'italiano contemporaneo, diversità tra scritto e parlato, rapporto con i dialetti)". Il rapporto con i dialetti costituisce una novità per i "programmi" di insegnamento delle superiori, anche se è un segno dei tempi del ritorno ad una certa cultura localistica. Tra le competenze finali di lingua italiana, al termine del percorso quinquennale di istruzione tecnica, si chiede allo studente di saper stabilire collegamenti tra le tradizioni culturali locali, nazionali ed internazionali, sia in una prospettiva interculturale sia ai fini della mobilità di studio e di lavoro. L'attenzione alle tradizioni culturali locali non è una novità, ma sorprende che sia inserita e trattata nell'ambito linguistico (si pensa forse al dialetto?), anziché storico, e stupisce ancor più che esso costituisca una prospettiva interculturale ai fini della mobilità per lo studio e il lavoro. È forse un nuovo modo per interpretare gli obiettivi del trattato di Schengen sulla libera circolazione dei cittadini in ambito europeo? |