Le tante sfide del Professor Pineda
e il Ministro Tremonti
Tra i vari relatori impegnati a Santander, in
Spagna, nell'importante seminario dedicato all'educazione inclusiva
delle persone con disabilità, vi era anche il Professor Pablo Pineda,
docente di Educazione Speciale all'Università di Malaga e persona
con sindrome di Down. Bisognerebbe certamente ricordarlo al nostro
Ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che recentemente aveva
sottolineato l’impossibilità «di essere competitivo», da parte di
«un Paese con troppi invalidi»...
di
Luisella Bosisio Fazzi*
da
Superando
26.7.2010
Scrivo da Santander, nord della
Spagna, nel meraviglioso Palacio de La Magdalena, sede
dell'Università Internazionale Menéndez Pelayo, ove la Fondazione
ONCE ha organizzato il seminario dall'interessante e impegnativo
titolo di Educazione Inclusiva: maggiore e migliore impiego per le
persone con disabilità. Si tratta di un'attività nata all’interno
del Progetto Por Talento, coordinato dalla Fondazione stessa e
finanziato dal Fondo Sociale Europeo, il cui obiettivo generale è la
creazione di una rete continentale sull'educazione inclusiva delle
persone con disabilità, che diventi uno strumento per rinforzare la
conoscenza su tale argomento, attraverso lo studio di strategie
utili a eliminare le barriere per l’accesso all'educazione e
garantendo un migliore inserimento nel mercato del lavoro.
È stata una settimana di intenso lavoro, che ha potuto contare sulla
presenza di numerosi esperti impegnati nel campo educativo formale e
informale, oltre che sulla partecipazione dei rappresentanti delle
Istituzioni nazionali spagnole, di quelle europee e del movimento
della disabilità. Vari anche i temi affrontati che - a partire dal
filo logico prescelto - hanno visto l'educazione inclusiva
analizzata da una prospettiva filosofica, pedagogica, giuridica ed
economica.
Contemporaneamente, nello stesso edificio, si sono svolti importanti
incontri culturali e politici. Il 19 luglio, ad esempio, era
presente il ministro degli Interni spagnolo, il 20 si è discusso con
le autorità civili e militari europee sulla sicurezza dell’"entità
Europa" e il 21 si è avuto un incontro politico regionale della
Cantabria. Insomma, un luogo "importante", dove la disabilità ha
avuto una collocazione paritaria, sia per il valore che si è dato ad
essa, sia per i princìpi posti.
Un primo commento a caldo può essere relativo al fatto che attorno
alla disabilità e all'educazione inclusiva esiste un dibattito assai
significativo, seguìto da azioni che influenzano tutti gli ambiti
delle comunità sociali nazionali ed europee. In altre parole,
attorno al tema è presente un "mercato" di idee, di scambi
culturali, di risorse umane ed economiche. Interessante!
Durante la sessione del 22 luglio - ove si analizzava l’ambito degli
studi superiori e nello specifico di quelli universitari - uno dei
relatori era il professor Pablo Pineda, laureato in Psicopedagogia
all’Università di Malaga, docente di Educazione Speciale nello
stesso Ateneo, che ha illustrato la sua esperienza di studente e di
docente universitario.
Il professor Pineda ha fornito un importante contributo al
seminario, attraverso la propria conoscenza della pedagogia,
individuando e sottolineando le prerogative del docente e
dell’ambito universitario. Ha affascinato l’uditorio, parlando del
concetto di educazione e di educatore. Educazione come luogo di
ricerca, studio e promozione, educatore come colui che sa proporre
con la propria competenza contenuti intellettuali e strategie
personali, motivazioni, accesso alla cultura, capacità scolastiche,
sociali ed emotive, competitività da spendere nella vita quotidiana.
Ha descritto poi le sue difficoltà di studente, quando iniziò
l'università, mettendo il "sistema" in crisi sin da subito. Infatti,
lo studente Pablo Pineda veniva percepito dai docenti - e anche
dagli altri studenti - come "il modello deficitario" che occupava un
luogo dove viene perseguito il "modello competitivo".
E così l’Università era entrata in crisi, perché non sapeva cosa
fare, in che modo insegnare a uno studente che - come Pineda - era
una persona con sindrome di Down (dimenticavo...).
Cosa fare e come insegnare a uno studente percepito come destinato
esclusivamente alle competenze di base (leggere, scrivere e fare un
po’ di conto)? Come uno studente per il quale non vale la pena
continuare gli studi, come uno studente che non è in grado di
imparare?
Ebbene, per Pineda sono stati anni di vere e proprie "lotte
titaniche", per dimostrare le sue competenze accademiche. Anni
difficili, ma irrinunciabili, perché gli hanno permesso di accedere
alla cultura, all’insegnamento universitario, alla competitività e
quindi all'autonomia personale, culturale ed economica.
«Gustare il sapore del successo - ha raccontato - insaporito dalla
fatica, è stupendo quando sei nella posizione di essere ascoltato e
non di "eterno ascoltatore"».
Oggi il neodocente deve affrontare la diffidenza degli altri
insegnanti, che non sono ancora pronti ad avere come collega un
professore con sindrome di Down. Ma questa è un'altra sfida per il
futuro.
Grazie, Professor Pineda, per non aver parlato di accondiscendenza,
di pietà, di buonismo, di indulgenza. Lei, gli altri relatori e
tutti i partecipanti all'incontro di Santander avete sempre discusso
di temi intrisi di contenuti relativi a competenze e competitività.
E soprattutto grazie per avermi permesso di rammentare al nostro
signor ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che ha perso ancora
una volta l'occasione di rimanere in silenzio, quando ha affermato
che «un Paese con un certo numero di invalidi non è competitivo»...
* Presidente del
CND
(Consiglio Nazionale sulla Disabilità).
In riferimento a Pablo Pineda, suggeriamo anche la lettura - sempre
nel nostro sito - di: Non sono più «l'eterno bambino», ora tocca a
me insegnare! (a cura di Mariangela Paone) (cliccare
qui); Se le
persone con disabilità vengono incluse nella società (Giampiero
Griffo) (cliccare
qui); Se vera
inclusione è, dev'esserlo anche a scuola! (Giampiero Griffo)
(cliccare
qui).