LA SCUOLA ITALIANA NELLO SPAZIO
Lo shuttle e la politica di Carlo Baiamonte da Medeu.it, 1.7.2010 La sperimentazione nella scuola italiana non avrà mai fine ed è bene che gli operatori (dirigenti, insegnanti e personale a vario titolo impegnato) si abituino ad una offerta formativa elastica. In tempo di contenimento della spesa e demolizione del servizio pubblico ci sono due possibili approcci al sistema di istruzione, due modelli e due atteggiamenti differenti: c'è chi vuole fare scuola sulla terraferma, o per dirla in altri termini con ''i piedi per terra'', c'è chi con una progettualità sconfinata vola alto e pensa alla scuola del futuro. ''Far conoscere ai ragazzi le attività spaziali e favorire così la nascita di giovani astronauti'' è il nuovo obiettivo del ministero dell'Istruzione. Con un partner d'eccezione, l'Asi (agenzia spaziale italiana), si vogliono mettere in campo una serie di progetti scolastici per avvicinare gli alunni italiani all'astronautica. Oggi, in una vetrina d'eccezione e patinata dai colori delle tute spaziali, il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Mariastella Gelmini -da tempo abituata a ripensare la scuola in chiave radicalmente fantainnovativa- in compagnia dei tre astronauti della Nasa dell'equipaggio dello shuttle ''Endeavour'' Sts-130, Nicholas J. M. Patrick, Kathryn P. (Kay) Hire e Terry Virts- ha dichiarato che sono stati già sottoscritti dei ''protocolli con alcune scuole affinchè ci siano delle testimonianze sul tema dello spazio per incentivarne lo studio durante le ore delle materie scientifiche o di educazione civica.'' Tra le prime iniziative nel settore, l'inserimento nei programmi scolastici della visita dell' International Astronautical Federation Congress che si terrà a Napoli nel 2012.
Giova ricordare
al ministro che il concetto di spazio applicato all'istruzione è
innanzitutto un concetto di sicurezza scolastica, di nuova edilizia,
di riorganizzazione delle risorse materiali. Vi è poi lo spazio
emotivo e della relazione in cui docenti e alunni si confrontano
serenamente. Lo spazio è anche il luogo positivo del rapporto tra la
scuola-comunità e l'esterno-territorio, serve a recuperare idealità,
cultura e diritti per gli abitanti, siano essi gli alunni, siano le
famiglie. Senza qui volere citare il tema della ''dispersione scolastica'' uno dei punti nodali e critici della scuola italiana, che ha a che fare con lo perdita dello spazio attivo della comunità, a favore della devianza minorile, della perdita di occasioni di orientamento di vita e formativo per i nostri ragazzi. Su questo tema, dal momento che l'inclusione socio-lavorativa dei soggetti deboli, costituisce la priorità della spesa europea ancora per il prossimo triennio, si gioca il futuro della scuola italiana e nelle progettualità da mettere in campo, lo shuttle non basta. |