Al Tar del Lazio nuovo rischio di bocciatura
sulla riforma della scuola

Gianni Trovati Il Sole 24 Ore, 21.7.2010

La riforma delle scuole superiori rischia di essere stoppata dal Tar del Lazio mentre si avvicina al debutto ufficiale di settembre. Nella lotta di carte bollate che oppone il ministero dell'Istruzione ad alcune sigle sindacali (Fp-Cgil e Snals) e due comitati di docenti e famiglie, ieri la riforma sembra aver ottenuto una vittoria parziale, che rischia però di rivelarsi solo apparente.

I giudici amministrativi hanno infatti negato le sospensive, concesse in via provvisoria il 26 giugno scorso, di due circolari sugli organici e sulle iscrizioni alle prime classi delle superiori, ma hanno scritto nelle ordinanze (3357, 3358 e 3360/2010) che i due provvedimenti sono illegittimi. In un'altra ordinanza (la 3363/2010), il Tar Lazio ha sospeso i decreti attuativi della riforma degli istituti tecnici e professionali. Chiusa la battaglia delle sospensive, l'esito del braccio di ferro arriverà con i giudizi di merito in un secondo momento, ma l'indirizzo del tribunale amministrativo sembra chiaro.

Il cuore del problema è nelle prime tre ordinanze, che si concentrano su due provvedimenti cardine nell'attuazione della riforma nata con la manovra dell'estate 2008 (legge 133/2008). Sul tavolo dei giudici amministrativi sono finite due circolari, con cui il ministero ha voluto disciplinare le iscrizioni alle prime classi delle nuove superiori (circolare 17/2010) e ridisegnare gli organici degli istituti (37/2010). La sospensiva non è stata concessa, ma i motivi del «no» opposto dai giudici ai ricorrenti sono solo di natura procedurale. Già nei provvedimenti cautelari, però, il Tar adombra un giudizio sui due provvedimenti, di cui «ravvisa l'illegittimità»: se i giudici non cambieranno idea nel corso dell'esame ulteriore, le sentenze di merito rischiano di fermare i primi passi della riforma.

Il problema è l'intreccio di date nel calendario piuttosto affannoso che ha portato all'attuazione dei nuovi ordinamenti: i regolamenti che hanno ridisegnato licei, istituti tecnici e professionali sono datati 15 marzo ma sono entrati in vigore il 16 giugno 2010, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale; l'urgenza di far partire la macchina delle iscrizioni da parte dei ragazzi che frequentavano la terza media, però, ha spinto il ministero a intervenire in anticipo, dettando le modalità per effettuare le iscrizioni entro il 26 marzo. Nei fatti, scrive quindi il Tar, la circolare ha «disciplinato le iscrizioni scolastiche sulla base di ordinamenti non ancora in vigore».

Problemi simili per l'altro provvedimento, quello sugli organici dei docenti per il 2010/2011. In questo caso la circolare è arrivata prima del decreto interministeriale di cui era attuativa, e ha finito per essere «applicativa di un testo normativo ancora privo di efficacia e rilievo giuridico». I problemi del provvedimento, chiude il Tar, trascinano con sé anche la circolare 19/2010, sulla mobilità di docenti e tecnici. Secondo i giudici, quindi, i ricorsi sono ben fondati, e la negazione della sospensiva dipende dal fatto che chi ha impugnato i provvedimenti non ha documentato le «posizioni specifiche» danneggiate in modo «attuale e concreto» dai provvedimenti del ministero.

Diverso il problema degli organici degli istituti tecnici, dove la sospensiva è invece arrivata. Su questo punto il nodo è procedurale, perché i provvedimenti sul riordino delle classi sono arrivati al traguardo senza ricevere il parere del del consiglio nazionale della pubblica istruzione