Qualità&Merito/3.
Le nuove frontiere della ricerca valutativa

da TuttoscuolaNews N. 450 19.7.2010

Il ministro Gelmini ha ribadito che intende premiare il merito legando la distribuzione delle risorse alla qualità dei risultati e ha anche accennato all’istituzione (già decisa) di un fondo per il merito per premiare gli studenti “indipendentemente dalle condizioni economiche e sulla base di test volontari, al termine dei quali i migliori potranno accedere a borse di studio e ad aiuti per proseguire la propria carriera scolastica”.

L'accenno ai test volontari e al riconoscimento del merito a prescindere dalla condizioni economiche dello studente sono senza dubbio novità rilevanti, che rompono con pratiche spesso rivelatesi inefficaci proprio sul versante della valorizzazione del merito e che si muovono in sintonia con analoghe tendenze ‘meritocratiche’ che si stanno affermando in Germania (citate dalla Gelmini), in Gran Bretagna e negli USA. Ma rendono ancora più necessario che il nostro Paese si doti delle più aggiornate tecniche (e delle relative tecnologie) per effettuare valutazioni il più possibile oggettive.

Mentre per i test standardizzati rivolti a grandi numeri di destinatari (del tipo delle prove Invalsi per l’esame di licenza media o per la valutazione di sistema) il principale problema è quello dell’affidabilità dei risultati globali, sui quali influiscono variabili organizzative e comportamentali non facilmente dominabili, per i test volontari, che potrebbero essere solo in parte standardizzati (il SAT reasoning test, per esempio, comprende una composizione scritta) la questione più importante è l’oggettività della valutazione. Negli USA sono in fase di sperimentazione avanzata software per la valutazione delle prove individuali non standardizzate che danno ormai risultati praticamente identici a quelli cui pervengono i migliori valutatori ‘umani’.