Questa scuola va sì cambiata, Chiaramente una vera inclusione degli studenti con disabilità non si può certo accontentare del mero conteggio delle ore per il sostegno e tanti altri sono i problemi, anche gravi, da risolvere nella scuola italiana. E tuttavia la volontà di andare avanti e di cambiare in meglio è forse più diffusa di quel che si può pensare. Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo una prima risposta alla positiva provocazione lanciata qualche giorno fa su queste pagine, da parte di Giuseppe Felaco di Marco Buttafava* da Superando 29.7.2010 Leggendo il recente sfogo di Giuseppe Felaco, pubblicato da Superando (Questa scuola tutta da cambiare, disponibile cliccando qui), posso concordare che non ci si possa accontentare del mero conteggio delle ore per il sostegno. Queste ore, infatti, devono essere una risorsa per migliorare le condizioni del processo di integrazione/inclusione scolastica.
È vero, poi, che
molti insegnanti curricolari ancora oggi delegano ai colleghi di
sostegno il supporto agli studenti con disabilità. Ma è anche vero
che molte realtà scolastiche non sono più così. Molte scuole operano da anni nella direzione che Giuseppe Felaco auspica: se la sua esperienza è o è stata negativa, non si può generalizzare.
Ciò che
preoccupa, invece - come è stato molte volte ribadito e documentato
anche da Superando in questi ultimi mesi - sono gli effetti
che la manovra economica e le disposizioni ministeriali
determinano, ostacolando il processo innovativo che viene auspicato
a parole (vedi le
Linee Guida Ministeriali per l'Integrazione Scolastica) e poi
contraddetto e demolito con i fatti, le circolari, le disposizioni
che giungono alle scuole. È vero che la scuola deve cambiare: l'inclusione scolastica non è un processo che riguarda i soli alunni con disabilità, ma ha significato solo se rivolto a tutti gli alunni di ogni scuola. Per fare ciò, la scuola deve cambiare. Deve cambiare, ad esempio, riflettendo sulle modalità di svolgimento dell'attività scolastica e sul loro significato pedagogico (se la scuola italiana ne ha, quali sono oggi i riferimenti pedagogici?); sul Piano Educativo Individualizzato (PEI) - che dev'essere elaborato per ciascun alunno della scuola (non solo per quelli con disabilità) -; sulla risorsa del "sostegno" da intendersi come occasione di compresenza e di azione coordinata per i docenti consapevoli tutti delle problematiche di ogni situazione di disabilità. Stop. Mi fermo. Grazie a Giuseppe Felaco per avere positivamente provocato.
Rispetto al Concorso Le chiavi di
Scuola 2009, citato nel presente testo, segnaliamo
innanzitutto il nostro articolo intitolato I vincitori delle
«Chiavi di Scuola 2009» (cliccare
qui). |