LA PROTESTA

Esami all'aperto contro la riforma
La protesta dei docenti universitari

Da oggi i professori delle facoltà umanistiche de La Sapienza interrogano fra i vialetti e da domani anche di notte. "Un'università indebolita nel finanziamento è destinata a vivere periodi bui e a finire in strada"

 la Repubblica 12.7.2010

ROMA - La protesta dei professori inizia oggi, all'aperto, sotto il sole. Da questa mattina i docenti delle facoltà umanistiche dell'Università La Sapienza di Roma hanno cominciato a tenere gli esami fra i vialetti della cittadella universitaria. Da domani si continuerà di notte, al buio. Perché, come spiegano, "un'università indebolita nel finanziamento e negli investimenti da parte dello Stato è destinata a vivere periodi bui e a finire in strada", hanno detto i professori.

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Esami all'aperto "contro la riforma Gelmini, i tagli all'università, il blocco degli scatti per gli stipendi del personale universitario" e da domani esami in notturna, dalle 21 alle 5. Gli studenti oggi sono interrogati in strada, si fermano a ripassare seduti sul parto, vicino alle aiule. "Io devo sostenere il mio ultimo esame, storia contemporanea - ha raccontato Alessandra, studentessa di lettere - non mi dispiace farlo all'aperto, è importante che i professori manifestino il loro disagio. Hanno fatto bene, invece, a non bloccare gli esami. Quella scelta ci avrebbe danneggiati".

Il professore Bruno Tobia, docente di Storia contemporanea, interroga su una panchina gli universitari. "Ho deciso di protestare - ha detto - per cercare di fermare una politica ormai pluriennale fatta di tagli progressivi a università e ricerca. Tagli che si sono appesantiti negli ultimi due anni. Così non si va avanti". L'università è talmente povera che oggi il professor Tobia ha dovuto portare da casa la carta per stampare l'attestazione di esame da dare agli studenti.

Se la prende invece con "la falsa meritocrazia" la docente di Storia dell'arte Caterina Volpi, che ha spiegato: "Ci stavamo muovendo per cercare di premiare i meritevoli, ma con il blocco degli stipendi e del turn-over e degli scatti stipendiali questo non sarà possibile. Eppure il ministro Gelmini aveva detto che con le sue riforme sarebbe stato premiato il merito. Invece gli anziani se ne vanno e i giovani restano al palo".