Tagli e riforme dividono Aurelio Magistà la Repubblica 15.7.2010 Le agitazioni dell'università contro la riforma Gelmini continuano con manifestazioni, sit-in, blocchi degli esami o trovate ad effetto come gli esami all'aperto o di notte. Per valutare la diffusione e la continuità della protesta, può essere utile dare un'occhiata a www.andu-universita.it, il sito dell'Associazione nazionale docenti universitari, il cui pensiero è sintetizzato così nella loro newsletter: «L'Andu da mesi denuncia che il ddl - voluto da Confindustria, sostenuto dalla Crui e trasversalmente condiviso, nella sostanza, da tutti i gruppi parlamentari - ha come principale obiettivo quello di confiscare l'università per consegnarla a potenti gruppi nazionali (Confindustria, accademia che conta) e locali (potentati politico-affaristici, oligarchie accademiche)». Oltre al blocco degli esami, all'orizzonte si profila un anno accademico 2010-11 decisamente tormentato. E la divisione all'interno dell'università è rivelata ancor meglio dal combinato disposto dalla riforma con i tagli imposti da Tremonti. Infatti, nel condannare i tagli sono tutti d'accordo, ricercatori, professori, presidi e rettori. La Crui, nel documento approvato all'unanimità l'8 luglio: «esprime le più vive preoccupazioni per il sistema universitario italiano, ancora privo di indicazioni circa l'indispensabile recupero dei tagli finanziari previsti per il 2011». Ma qui si apre la grande crepa: i rettori si lamentano di essere «ancora in attesa che il ddl di riforma dell'università venga messo in calendario in aula al Senato, nonostante la VII Commissione abbia concluso i suoi lavori ormai da due mesi. Sussiste il rischio concreto che il provvedimento di riforma non venga approvato neppure in prima lettura entro la pausa estiva, vanificando in maniera probabilmente definitiva prospettive irripetibili di miglioramento e di sviluppo del sistema». Quindi il decreto, che per i docenti rischia di essere il colpo di grazia, per i rettori è l'ultima spiaggia per salvare l'università. |