Che tempo (pieno) farà?

da Tuttoscuola, 12.7.2010

Nelle settimane scorse abbiamo assistito all'aspra polemica tra TG3 e ufficio stampa del Miur a proposito del tempo pieno nella scuola primaria per l'anno prossimo: da una parte, la testata televisiva che insisteva con servizi che parlavano di riduzione di posti e, dall'altra, il Miur che a suon di comunicati smentiva il calo, parlava di aumento del tempo pieno e incolpava il servizio radiotelevisivo pubblico di fare politica.

Però di dati attendibili non ne sono venuti da parte di nessuno: soltanto proiezioni e dati campione.

Per sapere la verità dovremo attendere, dunque, forse otto-dieci mesi, il tempo, cioè, che il Miur attualmente impiega per raccogliere dalle scuole ed elaborare tutti i dati complessivi dell'organico di fatto.

L'anno scorso, primo anno del maestro unico, il Miur parlò di aumento di 50 mila iscritti al tempo pieno, un dato che l'opposizione valutò con riserva e non solo per l'aspetto quantitativo.

Dai dati definitivi generali risulta ora che l'aumento per il 2009-10 c'è stato davvero: 49.837 iscritti al tempo pieno in più dell'anno precedente, nonostante la sostanziale conferma dei livelli di popolazione scolastica (incremento complessivo di soli 7.023 alunni). E c'è stato anche un aumento del numero delle classi a tempo pieno (2.176 più dell'anno precedente), mentre quelle a tempo normale diminuivano di 3.860 unità per effetto dei tagli della manovra.

Ma proprio quell'aumento così rilevante potrebbe ora aver compromesso il ripetersi di un uguale exploit per le prime classi del 2010-11, anche in considerazione del fatto che le classi successive alla prima hanno diritto di mantenere l'assetto organizzativo precedente, mentre le risorse disponibili per compresenza sono state già utilizzate pressoché tutte nella prima applicazione.

Se si considera che per il 2010-11 la manovra ha previsto un'altra riduzione di posti, si può ritenere che per le nuove classi del primo anno non ci siano più risorse per espandere il tempo pieno o addirittura nemmeno per confermare almeno le classi uscenti.

E allora chi aveva ragione? Tra dieci mesi lo sapremo...