IL CASO
Precari, inserimento in coda o a pettine Graduatorie a esaurimento in tilt: il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di chi chiedeva l'inserimento "a pettine" in province diverse da quella di residenza, mentre il ministero aveva disposto l'inserimento "in coda" per il 2009-2011 e l'altro per il biennio successivo. Ma per una svista degli avvocati dello Stato il ricorso del ministero contro il Tar del Lazio (che dava ragione ai precari) è stato respinto per un errore di procedura Salvo Intravaia la Repubblica 3.7.2010 ROMA - Il prossimo anno scolastico potrebbe iniziare senza migliaia di precari in cattedra. Le graduatorie a esaurimento, in fase di aggiornamento proprio in questi giorni, sono nel caos perché il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di migliaia di precari che chiedevano l'inserimento in province diverse da quelle di residenza "a pettine": cioè, in base al proprio punteggio. Mentre il ministero, con una legge ad hoc, aveva disposto l'inserimento "in coda" per il biennio 2009/2011 e "a pettine" soltanto a partire dal biennio successivo. Ma la circostanza clamorosa è che a gettare nell'incertezza più assoluta l'avvio del prossimo anno scolastico è stato una svista degli avvocati dello Stato: il ricorso del ministero contro l'ordinanza del Tar Lazio dello scorso mese di novembre, che dava ragione ai precari, è stato respinto per un errore di procedura. Per comprendere l'intera vicenda basta fare un passo indietro. Nel decretare sul rinnovo delle liste provinciali dei precari, lo scorso anno il ministro Gelmini stabilì che i supplenti inseriti in una graduatoria non potevano cambiare provincia. L'unica cosa possibile era aggiornare il punteggio e inserirsi in altre tre province, ma soltanto "in coda". I precari iscritti all'Anief (l'Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione), quasi tutti meridionali, si rivolsero così al Tar della Capitale che lo scorso mese di novembre concesse la sospensiva, accogliendo le rimostranze dei tantissimi supplenti che per trovare più facilmente lavoro intendono spostarsi nelle province del Nord. Ma l'anno scolastico era già iniziato e, per evitare guai e richieste di risarcimento danni da parte dei precari estromessi dai posti più ambiti (le supplenze più lunghe e più comode), il governo approva un emendamento alla legge 167/2009 che conferma il divieto per il solo biennio 2009/2011. L'unico inserimento possibile è quello "in coda" ai residenti. Nel frattempo, il ministero ricorre in appello contro la decisione dei giudici del Tar Lazio e a marzo del 2010 il Consiglio di stato concede la sospensiva contro la precedente decisione dei colleghi. E ieri arriva la sorpresa: il ricorso presentato dagli avvocati dello Stato, per contro del ministero, è stato notificato all'indirizzo sbagliato. Così, l'ordinanza dei giudici del Tar è come se non fosse mai stata appellata. "Ancora una volta - dichiara il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico - la giustizia dà ragione alla condotta di un Sindacato che vuole soltanto il rispetto di quelle regole che ogni giorno vogliamo insegnare ai nostri studenti: il merito, il lavoro, la professionalità. Al termine di tutta questa tormentata vicenda, che il Ministro Gelmini ha voluto prolungare con l'emanazione di una legge subito trasmessa alla corte costituzionale per l'esame dei suoi presunti aspetti incostituzionali - prosegue - migliaia di docenti iscritti al nostro sindacato potranno ottenere il mancato punteggio e stipendio percepito mentre tutti potranno scegliere una nuova provincia all'atto del nuovo aggiornamento delle graduatorie". "Se il ministero non vuole far pagare ai cittadini - conclude Pacifico - due stipendi per un solo posto anche per il prossimo anno scolastico, deve rispettare le ordinanze cautelari del tribunale amministrativo. In caso contrario, i suoi dirigenti devono rispondere del cattivo andamento e della cattiva gestione della pubblica amministrazione". Gli effetti di quest'ultima ordinanza potrebbero essere nefasti. I precari che ogni anno vengono nominati dal ministero superano le 100 mila unità e i ricorrenti sono circa 6 mila. A settembre, all'atto del conferimento delle supplenze, nelle graduatorie potrebbero esserci "figli e figliastri": coloro che non hanno presentato ricorso saranno collocati "in coda", mentre chi ha presentato ricorso sarà inserito "a pettine". E' facile a questo punto prevedere che il contenzioso si estenderà, col rischio di bloccare tutto, comprese le nomine per il prossimo anno. Quale strada percorrerà il ministero? Bloccherà le graduatorie compilate con "le code", estenderà a tutti i precari il diritto di essere inseriti " a pettine" o applicherà il giudizio del Tar? Intanto, le graduatorie sono ancora in cantiere: entro settembre devono essere completate, pubblicate una prima volta, attendere i ricorsi per gli errori nella compilazione e pubblicare una seconda volta le liste definitive. |