Farefuturo attacca: «Da Zaia l'ultima sparata della Lega

Treviso, per Zaia il Và pensiero
al posto di Mameli. La Russa: «Grave»

Tribuna: in una scuola di Fanzolo eseguito Verdi invece dell'Inno.
Il governatore nega, ma testimoni confermano

 Il Corriere della Sera, 13.6.2010

MILANO - Il Và pensiero al posto di Fratelli d'Italia per il governatore del Veneto Luca Zaia. E scoppia il caso. L'episodio è riportato da La Tribuna: all'inaugurazione di una nuova scuola primaria di Fanzolo di Vedelago (Treviso), l'inno di Mameli avrebbe dovuto essere cantato da un coro al taglio del nastro, ma, una ventina di minuti prima della cerimonia, il portavoce del governatore avrebbe chiesto di sostituire l'Inno con il Và Pensiero. Il cambio di programma, secondo quanto riportato dal quotidiano locale, avrebbe fatto infuriare in particolar modo la direttrice dell'ufficio scolastico regionale, Carmela Palumbo, che si sarebbe riservata di denunciare l'accaduto all'assessore regionale Elena Donazzan.

LA NOTA - Il governatore leghista nega la ricostruzione del giornale, spiegando attraverso una nota che l'inaugurazione della scuola di Fanzolo di Vedelago si è svolta come da programma, con l'inno d'Italia. «L'Inno di Mameli - ha rilevato Zaia - è stato regolarmente cantato dal coro al momento del taglio del nastro; credo che queste precisazioni siano utili per chiudere definitivamente una polemica che non aveva e non ha ragion d'essere». Tre testimoni però, sentiti dall'Ansa, hanno confermato la progressione degli eventi della cerimonia riportata da La Tribuna e secondo la quale, l'inno di Mameli è stato appunto eseguito solo quando il presidente veneto, Luca Zaia stava visitando il nuovo plesso scolastico. Secondo quanto si è appreso, infatti, sarebbe stato invertito il programma ufficiale che prevedeva l'inno di Mameli al taglio del nastro e successivamente, a fine cerimonia, il Và Pensiero. Invece, ha riferito una testimone, due persone dello staff del presidente avrebbero fatto presente agli amministratori e agli organizzatori che Zaia non avrebbe gradito l'inno nazionale nel clou dell'evento. Il giornalista de La Tribuna che ha sollevato il caso ha ribadito di aver sentito cantare solo il Và Pensiero, mentre un'altra testimone ha confermato che l'inno di Mameli è stato eseguito dopo l'aria verdiana, quando le autorità erano già nella scuola per una visita, preceduti dal sindaco di Vedelago. Una versione questa confermata anche dal direttore del coro, La Polifonica di Salvarosa, chiamato dall'amministrazione di Vedelago per la manifestazione.

LA RUSSA E FAREFUTURO - «Zaia ha fatto sostituire Mameli con il Và pensiero? Non mi sembra possibile, anche perché il Và pensiero è ancora più patriottico dell'inno di Mameli, e dunque sarebbe contraddittorio per un leghista. Comunque, se fosse vero, sarebbe grave, perché non spetta a un governatore far sostituire l'inno italiano» ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa. Critico nei confronti di Zaia anche Ffwebmagazine, il periodico online della Fondazione Farefuturo (nata per volontà di Gianfranco Fini). Il periodico e «un mese senza criticare la Lega. Ci toccherebbe - viene spiegato - ripetere sempre le stesse cose, ricordare i principi fondamentali della nostra Repubblica, qualche nozione di diritto internazionale, un po' di solidarietà e carità cristiana. E poi perché non conviene prestarsi al gioco. Ma soprattutto perché mentre la Lega si occupa di rassicurare il suo elettorato a suon di proclami, noi vorremmo tifare la nostra Nazionale in santa pace, dato che la loro ha già giocato». «L'ultima di queste sparate (trita e ritrita) - continua l'articolo - arriva da Zaia: niente Fratelli d'Italia, meglio il Và pensiero. E la penultima, qualche giorno fa, arrivava dal Piemonte governato dal giovane Cota: assumiamo professori e supplenti che siano solo "del territorio". Qualche reazione, qualche sussulto, un po' di indignazione, le solite repliche puntute leghiste e, per ora, basta. Ma tra lezioni di dialetto, esami di cultura locale, graduatorie regionali (che a dire il vero sono state proposte anche, più o meno velatamente, da alcuni esponenti del Pdl), inni mancanti e tricolori usati per altri fini, queste nuove «sparate» pare di averle sentite già mille volte. E hanno buone probabilità di fare la stessa fine. Nel nulla. Insomma, la parabola delle boutade leghiste è ormai abbastanza chiara. Effetto annuncio (solitamente quando ci sono elezioni in vista o trattative politiche "romane"), dibattiti infuocati sui media e poi il silenzio. Alle volte al silenzio si affianca il fallimento della proposta. Insomma, l'abbiamo capito: perchè preoccuparsi?. Oltretutto, sarà il caldo, sarà la voglia di vacanze, sarà che sono più di tre lustri che sognano la Secessione, ma i leghisti non hanno più lo smalto di una volta. Le loro "sparate" sono un po' più stanche, un po' più appannate, ma soprattutto molto più prevedibili. E anche, non ce ne vogliano gli amici del Carroccio, molto più innocue».