Sciopero Cgil, nella scuola ha aderito
meno del 2%. Ma il sindacato contesta

di Alessandro Giuliani La Tecnica della Scuola, 25.6.2010

Per il ministero della Funzione pubblica il numero "appare decisamente più basso" di quelli passati. Secondo corso d’Italia hanno sfilato un milione di persone e Brunetta non comunicherebbe le cifre esatte. Comunque per la scuola (rappresentata in piazza da Flc e associazioni studentesche) non poteva andare molto diversamente.

Il solito balletto di cifre e di diverse interpretazioni non risparmia lo sciopero della Cgil del 25 giugno, con manifestazioni in diverse città, contro gli effetti della manovra finanziaria sui dipendenti pubblici e privati: l’astensione dal lavoro - 4 ore nel settore privato (le tute blu della Fiom per 8 ore e in almeno 15 regioni la durata dello sciopero è superiore alle 4 ore) e 8 ore nel pubblico impiego e nella scuola - è stata considerata più che buona dal sindacato; di tutt’altro avviso il ministero della Funzione pubblica, secondo cui in base ai dati arrivati a fine giornata (riferiti al 34% del totale dei lavoratori interessati) avrebbe aderito allo sciopero appena il 3,96% dei dipendenti pubblici. Con ‘punte’ del 16,02% tra gli enti pubblici non economici e la scuola (con appena l’1,79% di adesioni) a fare da ultimo comparto per numero di scioperanti. Del resto, con le lezioni terminate ed i commissari della maturità interdetti dal Miur (come prevede la legge per i servizi pubblici essenziali), non poteva andare molto diversamente.

Il dato complessivo di adesione, ha sottolineato il ministero, "appare decisamente più basso" di quelli segnati nei precedenti scioperi della Cgil. Alla protesta del pubblico impiego del 12 marzo ha aderito il 10,53% dei lavoratori e l'11 dicembre 2009 il 9,35%, mentre allo sciopero generale del 12 dicembre 2008 ha partecipato il 9,62% dei lavoratori e a quello di 'comparti vari' del 13 febbraio 2009 l'8,51%.

Pronta la replica del sindacato, affidata al segretario confederale, Nicola Nicolosi, che dopo essersi detto soddisfatto per "la piena riuscita" dello sciopero generale proclamato dalla confederazione e sottolineato che sommando tutte le manifestazioni hanno sfilato "un milione di presenze", ha invitato il ministro Brunetta a "non dare numeri, che resterebbero all`interno di uno sport inutile. Siamo in attesa del tavolo negoziale per trovare spazi e soluzioni e anche su questo tema – ha sottolineato il sindacalista - vorremmo vedere proposte chiare e concrete sulle quali confrontarci, anziché assistere alla sola politica degli annunci".

La scuola era comunque presente nelle manifestazioni, oltre che attraverso la Flc di Pantaleo, attraverso le associazioni studentesche: le quali hanno voluto esprimere la loro preoccupazione per una manovra che ritengono colpisca duramente le fasce deboli della popolazione scaricando su di esse tutto il peso della crisi.

La presenza maggiore di studenti si è concretizzata nelle mobilitazioni di Bologna, Palermo e Milano, dove lungo i cortei erano presenti soprattutto striscioni e bandiere dell'Unione degli universitari e della Rete degli studenti: "alle manifestazioni - spiega Giorgio Paterna, coordinatore dell'Udu - hanno partecipato migliaia di studenti che, nonostante il periodo di chiusura delle scuole e di sessione di esame, hanno voluto portare in piazza la propria contrarietà verso una manovra attraverso cui il governo non risolve alcun punto dolente dell'istruzione mostrando, invece, ancora una il volto duro contro di noi, i lavoratori, i pensionati, i precari e i giovani in generale". Anche per Stefano Vitale, dell'esecutivo Unione degli studenti, gli studenti sono "profondamente toccati da questa manovra ingiusta ed iniqua che penalizza solo le fasce più deboli: nel resto d'Europa - ha continuato - i governi stanno affrontando la crisi, ma solo da noi la cultura, la conoscenza, la ricerca sono massacrate così pesantemente. E' inaccettabile, perchè tutto ciò ricade anche sulle giovani generazioni, tagliando le prospettive di futuro per il Paese".

Ultima notazione. I rapporti tra Cgil e Cisl continuano ad essere tesi: le puntualizzazioni sono ormai all’ordine del giorno. Anche in occasione di quegli scioperi che fino a qualche tempo fa spesso le due organizzazioni confederali organizzavano di comune accordo. Il 25 giugno sembra che ad Ancona e a Roma alcuni manifestanti abbiano duramente contestato la posizione del sindacato di Bonanni.  Che ha presto chiesto chiarimenti: "non è la prima volta che accadono questi episodi nei quali vengono offesi e denigrati i dirigenti ed i militanti della Cisl. Per queste ragioni, la segreteria della Cisl respinge con fermezza ogni tentativo di intimidazione nei confronti dei suoi militanti, impegnati a fronteggiare l`attuale situazione sociale ed economica, e si rivolge a tutto il movimento sindacale, alla segreteria della Cgil in particolare, perché prenda le distanze da questi episodi".