La scuola tagliata
inviato dai docenti dell’Istituto Comprensivo
Salvo D’Acquisto L’istruzione come diritto e la scuola pubblica come luogo in cui praticare tale diritto sono i principi che hanno consentito a noi insegnanti di resistere in questi ultimi e aspri anni a interventi governativi sempre più pesanti e lesivi della qualità del servizio scolastico. I continui tagli degli ultimi 20 anni (tagli al personale scolastico nel suo complesso, docente e non; del fondo d’istituto; delle ore scolastiche; delle mense….) con tanta leggerezza e sistematicità operati in nome del “risparmio economico” (che non dovrebbe mai essere a carico dei servizi essenziali) hanno progressivamente generato situazioni di forte disagio che penalizzano i nostri alunni, le loro famiglie, noi e la società in generale. Queste alcune conseguenze: classi sovraffollate, impossibilità di soddisfare le richieste del tempo pieno (36 classi elementari non autorizzate in provincia di Venezia per il prossimo anno scolastico, per un totale di 720 famiglie), le ore di alternativa alla religione cattolica ridotte a pura sorveglianza; scomparsa dei laboratori; impossibilità di sostituire i colleghi assenti per malattia e conseguente smembramento delle classi (l’orario dei docenti non prevede più ore a disposizione per progetti e emergenze, l’orario di cattedra è da svolgersi esclusivamente nelle proprie classi). Ci siamo offerti di sopperire alle mancanze con buona volontà e senso del dovere: accogliamo nelle nostre classi gruppi di alunni senza professore (possiamo forse lasciarli in corridoio?), ci coordiniamo al di fuori dell’orario di lavoro senza badare all’orologio, continuiamo a organizzare attività (vedi gite di istruzione) per le quali non ci sono fondi e, di conseguenza, retribuzione. Il tutto in nome di una scuola pubblica nella quale continuiamo a credere. Ancora una volta, però, il “risparmio” ci colpisce duramente e doppiamente: i più recenti provvedimenti anti-crisi andranno a bloccare per tre anni contratti e stipendi (già tra i più bassi d’Europa) e cancelleranno, per lo stesso periodo di tempo, l’anzianità di servizio. Ci sentiamo pertanto costretti a iniziative non più rinviabili, la buona volontà e il senso del dovere non possono più coprire i buchi di una scuola a cui, da tempo, non vengono più destinate risorse ma, all’opposto, vengono sottratte. E’ il momento di smettere di essere buoni. Faremo scuola nel migliore dei modi all’interno delle nostre ore curricolari e, per il prossimo anno scolastico, NON ATTUEREMO • Visite di istruzione • Sostituzione di colleghi assenti • Attività che non siano strettamente legate alla didattica Cercheremo, come sempre, l’interlocuzione con le famiglie per definire obiettivi comuni legati alla riqualificazione di un servizio, per noi di primaria importanza ma, per chi ci governa, una cassa cui attingere senza rispetto né per il nostro lavoro né per il futuro dei nostri figli.
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