il caso

Lingue straniere tagliate alle elementari,
maestra protesta in inglese con il governo

Insegnante di Santa Giustina scrive a Brunetta e alla Gelmini: «Girotondo terribile»

di Marco de’ Francesco Il Corriere del Veneto, 15.6.2010

BELLUNO—Scrive una lettera di protesta in inglese contro i tagli all’insegnamento della lingua alle elementari. Ha scelto questa formula, con un testo ai ministri dell’Istruzione e della Funzione pubblica, Mariastella Gelmini e Renato Brunetta. Senza ricevere risposta. Fatto che le ha suggerito una proposta: i collaboratori dei ministri evidentemente l’inglese non lo conoscono; potrebbero almeno seguire il corso intensivo di 50 ore che le maestre dovranno seguire per insegnare inglese il prossimo anno. Una provocazione, quella di Denise Zollet, maestra dell’istituto comprensivo «Gianni Rodari» di Santa Giustina. Lei l’inglese lo insegna alle elementari da una ventina d’anni. «Ai ministri ho scritto più volte in inglese - spiega la Zollet -; se non mi hanno risposto è perché non sono all’altezza. Che 50 ore siano sufficienti? ». Al centro c’è il taglio degli insegnanti di inglese alle elementari, con la lingua che da settembre sarà insegnata da maestri con una semplice infarinatura: «Non c’è da scherzare: è terribile. Delle cinquanta ore 30 sono online e 20 di grammatica.

Con professori di altre materie costretti, dopo questa grottesca infarinatura, a presentarsi ai ragazzi per rimediare figuracce. Perché i bambini sono curiosi per natura, e chiedono: "Come si dice questo?" Devi saper rispondere, altrimenti smetti di essere un riferimento culturale. La riforma sminuisce la nostra dignità anche di fronte ai ragazzi». Prima dei tagli era diverso. «Insegno dagli anni Ottanta - dichiara la Zollet - e dal ‘92 sono abilitata per l’inglese; ma l’ho studiato all’università, e ho sostenuto un concorso serio. Tutto questo sostituito da un corso che sì o no serve per sapere come si dice "ciao" in inglese. Perciò ho scritto ai ministri, e in lingua: per manifestare la mia indignazione. E se persone come me, che non hanno mai alzato la voce, prendono carta e penna, significa che il limite è superato ». Tagli necessari, per alcuni. «Anche per me - continua - ma non a casaccio. Non puoi colpire il sostegno e le lingue in maniera indiscriminata. E poi, non sono neppure sicura che con questo scambio di ruoli si risparmi qualcosa. Mi pare un girotondo che punta solo a dequalificare la scuola ». Girotondo? «Prima della riforma - spiega la Zollet - avevo nove classi per circa 200 bambini e insegnavo solo inglese. Ora che altri docenti in materie diverse si occuperanno dell’inglese, sì e no mi resteranno due classi, e pare che sarò costretta ad insegnare materie a me oscure». Previsioni? «Forse storia - continua - ma più probabilmente musica». Che ne sa della musica? «Nulla - termina la Zollet - Talvolta canto sotto la doccia. Ma con i tempi che corrono non c’è troppo da cantare».