Classi di 33 alunni e aule inadeguate «I decreti sulla sicurezza restano sempre in vigore e gli istituti vanno fuori norma» di Giorgio Antonelli La Gazzetta del Sud on line, 13.6.2010 Scoppiano le classi, le cattedre si assottigliano, spegnendo le speranze di lavoro di migliaia di docenti precari, manca la sicurezza nelle scuole e la qualità dell'istruzione va a farsi benedire. Sono gli effetti della riforma Gelmini-Tremonti che mette a repentaglio non solo il futuro dell'istruzione, quantomeno di qualità, ma anche quello occupazionale dei docenti. Che diffidano i dirigenti scolastici di tutte le scuole medie e superiori, nonché gli stessi sindaci dei comuni iblei! È l'iniziativa del Comitato per la difesa della scuola pubblica di Ragusa che mette a nudo le conseguenze paradossali e confliggenti con altre leggi dello Stato degli ultimi interventi legislativi sulla scuola. E mentre i sindacati vengono accusati di latitanza, non solo il comitato spontaneo diffida i dirigenti scolastici a non formare "superclassi" (con 30 o più studenti) per ovvie ragioni di sicurezza, ma paventa anche il possibile blocco degli scrutini per il domani e martedì, lasciando liberi i componenti dell'organismo di astenersi dagli obblighi di valutazione. Sono una sessantina i precari della scuola ragusana scesi sul sentiero di guerra. Prendono spunto dall'ultima circolare ministeriale sulla formazione delle classi e la quantificazione del personale per il prossimo anno scolastico, rilevando che in ogni aula, per effetto di queste norme, si avranno non meno di 27 alunni, arrivando sino addirittura a 33! Numeri che, oltre a peggiorare la qualità dell'istruzione, secondo il comitato, «comporteranno la messa fuori norma di aule e laboratori scolastici, la cui sicurezza è fissata da decreti ancora pienamente in vigore». Da un lato, insomma, lo Stato fissa «parametri spaziali minimi» (da 1.80 metri quadri netti per la scuola dell'infanzia, a 1.96 metri per le scuole secondarie di secondo grado), oltre a dettare precise norme di prevenzione degli incendi, demandando la responsabilità sul rispetto delle rigide disposizioni ai dirigenti scolastici, dall'altro però, per contenere il costo della scuola pubblica, impone la formazione di classi... pletoriche. A tutto scapito, per il Comitato, della lotta alla dispersione scolastica, degli interventi individualizzati, dell'organizzazione delle uscite scolastiche, dell'aggregazione delle classi, oltre che, in primis, della qualità didattica. Tutti obblighi che il legislatore impone agli insegnanti. Denunciando le evidenti contraddizioni tra le direttive ministeriali che impongono l'aumento dei discenti per classe e la normativa in materia di sicurezza e agibilità dei locali scolastici, il comitato per la difesa della scuola diffida perciò i dirigenti scolastici, rammentando anche le responsabilità civili e penali a cui vanno incontro e minaccia specifiche denunce, riferite ad ogni singola scuola. L'organismo, intanto, nel corso di un'assemblea a Pozzallo, ha avuto la solidarietà di tanti genitori e, soprattutto, quella del deputato regionale del Pd, Roberto Ammatuna, che ha invitato il comitato ad elaborare una piattaforma di proposte da formalizzare in una prossima assemblea regionale sull'istruzione della cui organizzazione si farà carico lo stesso parlamentare. Ma intanto, sono partite le diffide e si cerca di fare gruppo per bloccare esami e scrutini, in calendario già da domani.
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