Scuola, prof più penalizzati di dirigenti

 dall'ANSA, 1.6.2010

ROMA - Il sacrificio richiesto alla "casta" dalla manovra economica è in proporzione ben minore di quello chiesto ai dipendenti pubblici. E' quanto sostiene, in uno speciale dedicato al tema, Tuttoscuola che indica una riduzione del 6% per i sottosegretari, del 2,5% per i dirigenti ministeriali e di almeno l'11% per il personale dipendente della scuola colpito dal blocco dello scatto di anzianità oltre che del contratto.

PER PROF E BIDELLI TAGLI DA 11 A 15% - Il personale della scuola viene colpito dalla manovra su tre fronti: blocco del contratto collettivo, congelamento degli scatti di anzianità, indennità di buonuscita. Anche lasciando da parte l'effetto sull'indennità di buonuscita e sulla pensione, la quota aggiuntiva di stipendio che un insegnante avrebbe guadagnato nel 2011 prima di questa manovra (e che ora viene bloccata) sarebbe stata in media di 3 mila euro annui. Considerato che la retribuzione media attuale è di 24 mila euro all'anno e che con il previsto aumento di 3 mila euro avrebbe raggiunto nel 2011 i 27 mila euro, il taglio è quindi pari all'11%. In particolare - sottolinea Tuttoscuola - un prof di scuola media con 14 anni di carriera avrà una perdita del 12% rispetto allo stipendio in godimento (valore scatto mancato 2.178,54 euro annui, valore blocco del contratto di circa 1.000 euro annui, per una perdita totale di circa 3.200 euro annui su uno stipendio annuo di 23.444,75 che sarebbe arrivato a circa 26.600 euro); un prof. delle superiori con 20 anni di carriera ha una perdita che sfiora il 15%; un direttore dei servizi amministrativi con 27 anni di carriera ha una perdita intorno al 12% del suo stipendio attuale.

PER MANAGER PUBBLICI TAGLIO SI FERMA A 5% - Premettendo che per i ministri-parlamentari bisognerà attendere le deliberazioni annunciate dai presidenti di Camera e Senato. Tuttoscuola fa una simulazione del taglio che verrà verosimilmente effettuato (applicando un metodo di ritenuta analogo a quello previsto per i manager pubblici). E prende a riferimento lo stipendio del ministro della Funzione pubblica Brunetta, da lui stesso reso pubblico sul sito del suo ministero, dal quale risulta che, tra indennità e stipendio da parlamentare e da ministro percepisce annualmente circa 257 mila euro lordi (211 mila da deputato e 46 mila da ministro). Se la riduzione agirà sull'intera retribuzione assegnata al ministro Brunetta, dedotta la franchigia dei primi 90 mila, sarà di 13.700 euro, portando gli emolumenti complessivi a 243.300 euro contro i 257 mila attuali. L'incidenza percentuale finale (13.770 su 257 mila) sarà - conclude Tuttoscuola - pari al 5,3%.

DIRETTORI IN FUGA DA MINISTERO - Gli effetti della manovra potrebbero sentirsi anche nel grande palazzo di Viale Trastevere, dove, secondo Tuttoscuola, corrono voci sempre più insistenti di fuga verso la pensione di numerosi direttori generali. Si parla di 4-5 direttori generali e di un capo dipartimento della sede centrale del ministero a Roma e di numerosi direttori generali presso gli Uffici scolastici regionali. All'origine della fuga ovviamente motivi economici: oltre alla consistente riduzione di stipendio per un valore annuo che può arrivare anche a superare i 10 mila euro, vi sarebbe infatti anche un effetto diretto sull'indennità di buonuscita (che si calcola proprio sull'ultimo stipendio).