"Ricreazione": Prove Invalsi, pallini e... palle

Prove Invalsi scuola media. Lo sapete com’è finita? Che la scuola italiana dimostra, come sempre, di essere tutta fumo e niente arrosto. Si sono svolte il 17 giugno e tanti ragazzi non hanno nemmeno capito che cosa c’era scritto, cioè che cosa significavano le domande...

di Silvana La Porta da Aetnascuola.it, 24.6.2010

Già, perché al Ministero, che conosce bene la situazione della scuola italiana, ma finge di non conoscerla, si divertono con quesiti di questo tipo: “Quali delle seguenti frasi non potrebbe essere espressa in forma passiva?”. Sembra facile, ma chi insegna sa bene quale immensa confusione crea quel maledetto “non”.

Risultato: i docenti hanno dovuto trattenersi dal suggerire a ragazzi stralunati, mentre il ministero sguinzagliava ispettori di qua e di là, forse per dare un’idea di serietà alle prove. Per non parlare del malloppo destinato a chi? Ai soliti poveri docenti, alle prese, alla fine dell’anno scolastico che li vede già, scusate il gioco di parole, sfiniti, con indicazioni di questo tipo per la correzione: “Le domande A7 e A14 vengono considerate corrette se l’alunno ha risposto ad almeno 4 item su 5, la domanda B4 è valutata come corretta se l’alunno ha risposto esattamente a tutti e tre gli item” e così via per pagine e pagine. In sintesi per correggere queste prove Invalsi ci volevano giorni di studio da parte dei prof, che, invece, in una sola lunga giornata hanno dovuto prima assistere allo svolgimento, poi sobbarcarsi la correzione nonchè la trascrizione delle risposte di ciascun ragazzo sui moduli predisposti. Che, ironia della sorte, avrebbero dovuto essere a lettura ottica e invece i prof hanno dovuto riempire e poi esaminare a mano, svolgendo la funzione degli antichi amanuensi. E apponendo un segno particolare: pallini su pallini ad ogni risposta esatta. Così il pomeriggio è passato, con un caldo infernale di sottofondo, pallini su pallini per segnare le risposte giuste, mentre le orbite degli occhi sembravano ormai roteare automaticamente.

Alle dieci di sera, col fresco, è giunto il verdetto, la sentenza finale che conoscevamo già: la scuola italiana non funziona, gli alunni poco ne sanno di italiano e matematica. Ma il perché queste magiche prove Invalsi non ce lo sapranno spiegare mai.



(da Vivere, inserto de La Sicilia del 24 giugno 2010)