Tutto ok al liceo
dove le norme sulle ammissioni all'esame
erano considerate inapplicabili

da Tuttoscuola, 10.6.2010

Due giorni fa il Corriere della Sera riportava la notizia di un liceo scientifico milanese nel quale il dirigente scolastico e i consigli di classe avevano ritenuta "inapplicabile" la norma contenuta nel Regolamento sulla valutazione che prevede da quest'anno il sei in ogni disciplina di studio per poter essere ammessi all'esame di Stato.

Non era ben chiaro dall'articolo del giornale capire se, a causa di questa presunta inapplicabilità, in quel liceo avevano assegnato formalmente alcuni cinque disponendo comunque l'ammissione, oppure se i consigli di classe avevano valutato responsabilmente (come fanno quasi tutti) le situazioni individuali decidendo l'ammissione anche per situazioni un po' critiche ovvero se avevano optato per il sei politico trasformando tutti i cinque in sei senza considerazioni di merito.

Sul servizio del Corriere diverse agenzie avevano interpretato quella inapplicabilità della norma come scelta di ammettere all'esame anche in presenza di voti inferiore al sei e confermati formalmente come insufficienti dal verbale di scrutinio.

Ammessi con cinque decimi in una o più materie, dunque.

E in un batter d'occhio il dirigente del liceo scientifico "Vittorio Veneto" di Milano era diventato il leader della rivolta contro la svolta di rigore del ministro Gelmini.

Tuttoscuola ha verificato direttamente alla fonte e ha constatato che, come stanno facendo in queste ore migliaia di consigli di classe, anche a quel liceo i consigli di classe hanno valutato le situazioni personali, decidendo motivatamente, caso per caso, di portare a sei decimi alcune insufficienze e, quindi, di ammettere gli alunni con qualche criticità.

Regole, dunque, rispettate e rientro delle ipotesi di ribellione contro norme "inapplicabili".