LA
DENUNCIA: PENALIZZATA LA scuola pubblica,
Tagli scuola, insegnanti e genitori
La protesta simbolica organizzata da ReteScuole:
Il Corriere della Sera, 3.6.2010 MILANO - Gli insegnanti e genitori delle scuole primarie milanesi, coordinati da ReteScuole, hanno occupato simbolicamente l'Ufficio scolastico provinciale in via Ripamonti a Milano. Circa venti persone, come riferiscono i promotori dell'iniziativa, hanno preso possesso degli uffici al primo piano dell'edificio e in particolare della sala riunione del provveditore provinciale Giuliana Pupazzoni, da dove hanno esposto gli striscioni «Occupiamoci di scuola» e «No ai tagli». La protesta di ReteScuole nasce proprio dal «rifiuto dei tagli che quest'anno colpiranno in maniera forte la scuola pubblica - spiega Paolo Limonta, insegnante che fa parte dell'associazione - minando alla radice, ad esempio, la possibilità del tempo pieno e di un tempo pieno di qualità, di cui ha bisogno il 95% delle famiglie milanesi. Dopo che hanno tagliato 706 insegnanti elementari, questo gioiello è stato rovinato». «Con la riforma impariamo solo le sottrazioni», ironizza un cartellone sui «tagli». E su un altro, esposto da una mamma, si legge: «Pre-occupiamo-ci per la scuola dei nostri figli». NUOVE PROTESTE - Le venti persone all'interno della struttura di via Ripamonti sono state poi raggiunte da altri manifestanti per una conferenza stampa nel pomeriggio. Alcuni simpatizzanti indossavano T-shirt con la scritta «7°: non rubateci il diritto alla buona scuola». «Sono insegnanti, genitori e alunni delle scuole di Milano e Provincia, oltre ai collettivi delle superiori», ha detto Limonta, che ha poi spiegato: «Abbiamo elevato il livello della protesta contro i tagli alla scuola pubblica, mentre crescono i finanziamenti alle private. Per questo - conclude - continueremo le nostre iniziative di denuncia, per poi riprenderle a settembre». Annunciato un nuovo presidio per l'ultimo giorno di scuola, l'11 giugno, e per il primo, a settembre. Lo slogan di ReteScuole, ormai famoso, è sempre quello: «Si stancheranno prima loro». |