“Precaria e anche beffata.
ora non credo più a nulla”

  La Stampa, 2.6.2010

ROMA
Adele De Angelis, 46 anni, campana, per anni ha insegnato in una scuola superiore guadagnando uno stipendio da maestra elementare. In teoria non si potrebbe, ma le pratiche sono lunghe, la burocrazia un labirinto e solo da poco aveva avuto la notizia di poter avere finalmente lo stipendio a cui aveva diritto, compresi gli scatti previsti dalla legge.

E ora?

«Già. E ora? Insegno da cinque anni italiano e storia in un istituto professionale di Gragnano, in provincia di Napoli. La pratica di ricostruzione della mia carriera si è conclusa proprio in questi giorni, il congelamento degli scatti mi sembra una bella beffa. Ho visto finalmente la fine del tunnel e ho capito che non mi ha portato a nulla perché avrò uno stipendio bloccato fino al 2013».

Quanto guadagna?

«Circa 1300 euro».

E a quanto corrisponde l’aumento?

«Circa 200-250 euro. Nulla di particolare ma per noi professori le cifre sono queste. Al massimo, dopo 40 anni di servizio si arriva a 1800 euro. Un po’ di più guadagna solo chi ha gli assegni familiari. La nostra categoria ha solo questa gratificazione personale, gli scatti e fare il passaggio di ruolo. Ho studiato durante le vacanze per arrivare a questo traguardo, mi sento davvero tradita».

Aveva creduto alla promessa di un aumento degli stipendi da parte del ministro?

«Ormai è difficile credere in qualcosa. Dovevano aumentare gli stipendi e invece ci congelano gli scatti per tre anni e bloccano anche liquidazioni e buonuscite. Parlano di merito e invece decidono di mettere a punto un disegno di legge come quello dell’Aprea in discussione in Parlamento che è da brividi».

Perché?

«Contiene modifiche profonde che inciderebbero soprattutto sulle donne che fanno questo lavoro. C’è una privatizzazione della figura degli insegnanti che ne rende molto più debole la figura, eliminando alcuni diritti fondamentali».

In che modo?

«Se dovessero essere approvate infatti potrebbero essere licenziate in caso di maternità. Forse non a caso il ministro Gelmini sostiene che la maternità è un privilegio, vogliono toglierci questo diritto».