L'AMMISSIONE ALL'ESAME DI STATO

«Con un 5 non si boccia nessuno»

Il ministro Gelmini: «Applicare le regole con buon senso.
Evitare i 6 politici e il lassismo degli ultimi anni»

 Il Corriere della Sera, 8.6.2010

ROMA - «Con un 5 non si boccia nessuno». Lo ha detto il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, a ridosso degli esami di maturità e riferendosi alle nuove norme che prevedono per l'ammissione all'esame di Stato che conclude il ciclo delle superiori la sufficienza in tutte le materie, condotta compresa. «Rispetto alla prassi di questi anni di ammissione totalitaria alla maturità», ha affermato il ministro durante la registrazione di una puntata di Porta a porta, «questa è una delle norme pensate per restituire rigore e maggiore serietà alla scuola e alla maturità. Non mi sfugge», ha aggiunto, «che laddove c'è l'insufficienza in una materia il consiglio di classe debba valutare collegialmente se ammettere o no lo studente. Queste norme vogliono evitare i 6 politici e il lassismo degli ultimi anni. La strada intrapresa di un ritorno a più rigore è giusta. È chiaro», ha osservato il ministro, «che l'applicazione delle nuove regole deve essere accompagnata dal buon senso e dunque con un 5 non si boccia nessuno. Queste norme però», ha concluso, «promuovono negli studenti un maggiore impegno per raggiungere almeno la sufficienza».

RISPARMI - Il ministro, sempre durante Porta a porta, ha poi affrontato il tema della destinazione dei risparmi derivanti dalla riforma scolastica. Gelmini ha assicurato che il 30% dei fondi risparmiati con gli interventi di razionalizzazione saranno spesi «per valorizzare il merito», smentendo quindi la tesi del Pd secondo cui i fondi sarebbero stati dirottati per pagare i debiti delle scuole. «Questi soldi», ha detto, «resteranno per la valorizzazione del merito, stiamo valutando come utilizzare i risparmi che matureranno dal 2012. Nel frattempo per tre anni ci sarà il blocco degli scatti di anzianità. Dobbiamo usare questo periodo per affermare un avanzamento basato sul merito e non sull'anzianità». Già «nei prossimi giorni» saranno annunciate novità. Poi il ministro si lascia sfuggire: «È costato sangue tutelare quel 30%».