L’ex ministro Fioroni incita Tremonti: di A.G. La Tecnica della Scuola, 27.6.2010 Riferendosi alla disponibilità del responsabile dell’Economia a cambiare la Finanziaria, ammorbidendo le penalità per il personale scolastico, l’attuale presidente del forum Welfare del Pd sostiene che “tornare indietro sarebbe una doppia vergogna”. E poi rivendica la paternità dell’emendamento. L’esplicita apertura del ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, nei confronti della scuola, a cui dovrebbe essere risparmiata una parte dei pesanti provvedimenti (blocco triennale del contratto collettivo nazionale e delle progressioni di carriera) previsti nella prossima finanziaria, sembra soddisfare non solo i sindacati. Nelle ultime ore, anche il Partito democratico si è espresso positivamente nei confronti della decisione. "Finalmente Tremonti scopre la scuola e avanza promesse che spero non rimangano tali", ha dichiarato Giuseppe Fioroni, ex ministro dell’Istruzione ed ora presidente del forum Welfare del Pd. Fioroni si mette però anche in concorrenza con le stesse organizzazioni sindacali di settore (già a loro volta non del tutto unite, basta guardare ai continui ‘battibecchi’ tra Flc-Cgil e Cisl Scuola) rivendicando, in sostanza, la paternità dell’emendamento ormai avallato dal Governo: "avevamo proposto da tempo – sottolinea l’ex ministro dell’Istruzione - che una parte consistente dei risparmi legati ai tagli sulla scuola restassero ai professori e che venissero ripristinati gli scatti di anzianità per i prossimi tre anni, che il governo ha annunciato di congelare. Ne avevo parlato settimane fa, vedo con soddisfazione che ora Tremonti si mostra d`accordo". La fiducia verso il primo responsabile delle sorti dell’Economia italiana non è però totale: il timore che l’annuncio di Tremonti alla fine non si concretizzi rimane alto anche tra gli addetti ai lavori. "Il problema - spiega Fioroni - ora è che il ministro e il governo passino dalle parole ai fatti: o la maggioranza approva il nostro emendamento in proposito o ne avanzi uno suo. Tornare indietro sarebbe una doppia vergogna".Senza contare quanto aumenterebbe il malcontento, tra il personale scolastico (oltre un milione di dipendenti tra docenti ed Ata), verso il Governo in carica. |