SCUOLA

Sindacati in blocco contro finanziaria:
è un 'pasticcio'

Cisl, Uil, Snals e Gilda: toglie più a chi ha meno, va cambiata

  ApCOM, 15.6.2010

Roma, 15 giu. (Apcom) - I sindacati della scuola si oppongono con fermezza al provvedimento contenuto nella manovra finanziaria del governo: durante la manifestazione di protesta svolta oggi a Roma presso il teatro Quirino, contro il blocco triennale del contratto e degli aumenti per anzianità previsti dai conti correttivi predisposti dal Cdm, i vertici di Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals-Confsal e Gilda-Unams hanno ribadito il loro no al blocco triennale del contratto e degli scatti di anzianità.

Di fronte ad una platea composta da diverse centinaia di delegati, provenienti da tutta Italia, le siglie dei maggiori sindacati di settore (mancava solo la Flc-Cgil) hanno ricordato gli effetti della manovra correttiva del governo sulle retribuzione: un docente a metà carriera, con circa 20 anni di servizio, si vedrà sottratte tra le 2.200 e le 3.200 euro lorde per tre anni.

Dal palco è stato poi sottolineato che, sempre per lo stesso docente, il 'congelamento' triennale della busta paga avrà pesanti conseguenze economiche anche sulla buonuscita: la stima è di quasi 7mila euro in meno.

Marco Paolo Nigi, segretario dello Snals-Confsal ha detto che "si toglie di più a chi ha di meno. Le risorse vanno recuperate con l'abbattimento degli sprechi, con il contrasto all'evasione fiscale, con il taglio dei benefit riservati a pochi e dei costi impropri della politica. Governo e Parlamento dovranno porre rimedio a queste clamorose ingiustizie e iniquità che colpiscono la scuola".

Per il segretario organizzativo della Uil Scuola, Pino Turi, l'articolo sulla scuola presente nella finanziaria "va semplicemente soppresso e vanno evitati 'pasticci legislativi' prodotti dai 'sacerdoti della norma' nel chiuso dei loro uffici. La responsabilità delle scelte è della politica. Sono misure che producono effetti ben oltre il triennio, come emerge chiaramente dalla nota tecnica allegata al decreto, che testualmente riporta: 'Si determinerebbero nell'arco di 37 anni, a decorrere dall'anno 2011, economie di spesa conseguenti allo slittamento dei tre anni'".

Le economie stimate sull'intero arco temporale risulterebbero pari a 18.720 milioni di euro fino al triennio 2048-2050: "in Germania, invece, con una manovra quadriennale da 80 miliardi, nessun taglio per la scuola ma, al contrario, - ha concluso il sindacalista Uil - investimenti per 12 miliardi".

Ferma condanna verso la manovra anche da parte del coordinatore nazionale della Gilda Unams, Rino Di Meglio: "E' inaccettabile - ha detto - che siano sempre i poveri a pagare, mentre la classe politica continua a sprecare risorse. Il caso delle Province è emblematico: tutti affermano che si tratta di enti inutili, eppure il Governo ha fatto marcia indietro persino sull'abolizione di quelle quattro piccole province che, in ogni caso, avrebbero inciso in maniera del tutto marginale".

La soppressione di tutte le Province farebbe risparmiare 14 miliardi, oltre la metà dell'importo complessivo della manovra. "Perché, allora, non intervenire su questo fronte? E ancora: perché non si applica l'addizionale Irpef per tutti, e soltanto gli insegnanti - ha concluso Di Meglio - sono costretti a perdere 3mila euro l'anno".

Anche secondo il segretario generale della Cisl Scuola, Francesco Scrima, intervenire sulle anzianità significa per i lavoratori della scuola un carico aggiuntivo, una pesante manomissione del contratto oggi in vigore, una penalizzazione non da poco per retribuzioni già inferiori alla media di quelle degli altri Paesi europei. E' scandaloso che una maestra venga a pagare più di un alto dirigente, pur non avendo un reddito altrettanto elevato".

I sindacati hanno spiegato che l'obiettivo della mobilitazione è chiaro e preciso: modificare in sede di conversione in legge il testo del decreto, salvaguardando l'attuale assetto delle carriere del personale scolastico. "Non intendiamo sottrarci ai doveri di responsabilità - ha concluso Scrima - cui ci richiama, fra gli altri, il Capo dello Stato: esigiamo però che le misure di emergenza rispondano ad un altrettanto doveroso principio di equità".