Manovra: le tre mosse
che mettono in ginocchio la scuola.
Servono correttivi

da TuttoscuolaNews N. 444 14.6.2010

Dopo le incertezze di lettura e di interpretazione del testo definitivo della manovra finanziaria disposta con il decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, la settimana scorsa sono usciti in chiaro gli interventi relativi al settore scolastico. Ed è stato come entrare in un incubo per gli operatori della scuola.

C'è, prima di tutto, come previsto anche per gli altri dipendenti pubblici, il blocco dei contratti. Il CCNL della scuola, previsto per il triennio 2010-12, non ci sarà e non sono nemmeno previsti recuperi stipendiali a carico del successivo contratto, come qualcuno aveva auspicato.

Il triennio 2010-2012 viene sterilizzato e gli stipendi restano bloccati al loro valore attuale fino al successivo CCNL 2013-2015. Nel triennio 2010-12 non sono previste in alcun modo altre forme di incremento stipendiale che possano far aumentare anche di un solo centesimo l'importo delle retribuzioni attuali. Questo significa che anche per la scuola, come per gli altri comparti, i dipendenti non potranno fruire dei normali scatti di anzianità. Per il comparto scuola quasi la metà dei docenti e degli ATA non potrà avere in questo periodo il passaggio di posizione che mediamente vale circa 2 mila euro all'anno (il 10% della retribuzione in godimento).

Secondo intervento: non potrà nemmeno esserci in questo triennio l'assegnazione ai meritevoli delle risorse derivanti dal 30% dei risparmi della precedente manovra finanziaria; risorse che, invece, saranno destinate a risanare debiti delle scuole e a pagare i supplenti. Per ora nulla, dal 2013 si vedrà.

Infine, un'apposita disposizione riservata soltanto al personale della scuola, come prontamente ha rilevato Tuttoscuola, prevede che il triennio 2010-12 non abbia alcun effetto sull’intera progressione giuridica ed economica di carriera. In questo modo e per tutti, docenti e Ata, i futuri passaggi di posizione stipendiale fino al termine della carriera saranno ritardati di tre anni.

Lo Stato ci guadagnerà circa 19 miliardi, mentre il personale scolastico da qui al 2047 ci perderà complessivamente in media 29 mila euro di stipendio.

E poi ci sono le ricadute sulla pensioni e sulla buonuscita, come abbiamo rilevato sopra. Nient’altro? La domanda è retorica. Quello che ci si aspetta, al contrario, sono correttivi nel senso di maggiore equità (soprattutto tra dipendenti e “casta”, eliminando la franchigia che annulla i tagli per i dirigenti per i primi 90 mila euro di stipendio) e interventi più mirati dove ci sono sprechi e inefficienze, e non tagli generalizzati che hanno un sapore punitivo verso un’intera categoria.

A questo riguardo è ancora possibile (fino alle ore 17 di lunedì 14) esprimere la vostra opinione nel sondaggio di tuttoscuola.com su come cambiare la manovra prima della sua conversione in legge.