Gilda

degli

Insegnanti

della Provincia di

Venezia

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A chi la colpa?

Sandro Mattiazzi, Gilda degli insegnanti di Venezia, 6.6.2010

Molte le manifestazioni in relazione alla situazione della scuola venutesi a creare con i “tagli” economici e ideologici operati dal ministro Gelmini.

Non ultima manifestazione, si vuole ricordare il presidio unitario Giudecca- Venezia del 5 giugno durante il quale son state segnalate e sottolineate le drammatiche conseguenze in cui, oggettivamente, vive oggi la Istruzione Pubblica.

In molti casi insegnanti e genitori protestano assieme ed è ovvio che, in questo modo, la protesta acquisti più rilevanza perché allargata a diverse fasce di appartenenza.

Ogni giorno nei quotidiani (quasi nulla in televisione e abbastanza poco anche alla radio) vengono riportate cronache di manifestazioni di dissenso alla linea Gelmini effettuate con strategie e modalità varie alcune volte anche originalissime.

Viene a questo punto spontaneo porsi una domanda; insegnanti genitori educatori, tutti contro la Gelmini; va benissimo, ma poiché la signora Gelmini è un prodotto di questo governo chi è stato a votare per questo governo?

E sì che dalla riproposizione del maestro unico annunciata dalla ministra non potevano esserci illusioni sulla idea di scuola e di risparmio della stessa ministra. Si potrebbe dire che forse nessuno avrebbe potuto aspettarsi una tal visione di scuola e di istruzione. Forse; certo è che ci son state anche le elezioni regionali ma nulla è cambiato se non in peggio.

Dico ciò perché non vorrei che alla fin fine la “colpa” di tutto questo fosse ancora una volta degli insegnanti; sia perché osano parlare di stipendio indecoroso (vergogna, proprio in un momento come questo!!) sia perché non collaborano abbastanza attraverso uno spontaneo atto di volontariato, sia perché non sono, come ha dichiarato recentemente una dirigente scolastica, sufficientemente collegiali; non sappiamo se per collegiali intendesse dire essere omologati al collettivo, sappiamo però che il nuovo indirizzo scolastico vuole omologarci completamente; ad esempio nella scuola primaria tutti gli insegnanti non solo devono imparare la lingua inglese ma devono anche insegnarla; una pretesa targata Europa, targata egemonia del più forte, targata distruzione della libertà culturale e di insegnamento.

E’ senza dubbio positivo protestare (il più unitariamente possibile) contro le logicità dei ministri Gelmini - Tremonti (in realtà nella loro logica si configura una netta e chiara strategia economico- politica), ma certamente questa è una “lotta” di difesa che non può né deve rimanere legata al mito del pre-esistente.

Tra le pieghe devono emergere altri mali; lo svilimento progressivo della figura dell’insegnante, i notevoli problemi che sono risultati dalla introduzione della autonomia scolastica, i guasti causati dalla trasformazione della figura dei presidi in dirigenti scolastici (per inciso, oggi si sta procedendo per contenziosi); le confusioni di ruoli generate da Decreti Delegati i quali non hanno avuto quella revisione che avrebbero dovuto avere: l’ irriducibilità dell’idea-dogma che se una classe non funziona, automaticamente sia “colpa assoluta” dell’insegnante o degli insegnanti di quella classe; e ultimo di questa non certo esaustiva lista di problemi, il fatto che devono essere gli insegnanti a decidere come insegnare non certo i pedagogisti o i sociologi o gli psicologi o chiunque altro.

Tutti costoro devono essere ausili al pensiero e alla metodologia didattica, poi nella concretezza della professione devono essere i docenti a valutare e a scegliere.

In altre parole l’insegnante da facile catalizzatore di “colpe” deve divenire catalizzatore di interesse per lo sviluppo e il futuro di una Nazione.

A chi la colpa?


Mestre 5 giugno 2010

Sandro Mattiazzi
insegnante
Gilda degli Insegnanti di Venezia