Scioperi, proteste, blocco degli scrutini: Il Messaggero, 7.6.2010 ROMA (7 giugno) - Una fine d'anno scolastico molto calda per la scuola italiana. E non certo dal punto di vista climatico. Mentre per gli studenti è cominciato il conto alla rovescia per l'ultima campanella (questa è l'ultima settimana di lezioni), i sindacati del settore sono, infatti, in piena fibrillazione. Ai tagli di risorse e personale già lamentati da mesi, si aggiungono ora gli interventi previsti nella manovra economica che, nonostante le rassicurazioni del premier e del ministro Gelmini («non tocchiamo scuola, sanità e pensioni»), avranno pesanti conseguenze sugli stipendi del personale scolastico. I sindacati hanno organizzato un nutrito pacchetto di proteste, muovendosi, tuttavia, in ordine sparso. Cobas, Cub e movimenti dei precari hanno deciso lo sciopero degli scrutini a scacchiera. L'avvio oggi (e si proseguirà domani) in Emilia-Romagna, Calabria e provincia di Trento. Il 10-11 giugno toccherà a Marche, Puglia e Veneto; l'11-12 giugno a Sardegna e Umbria; il 14-15 giugno blocco degli scrutini in Piemonte, Lombardia, Liguria, Valle d'Aosta, Friuli VeneziaGiulia, Toscana, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia e Provincia di Bolzano. Gli scioperi saranno accompagnati da manifestazioni davanti al Ministero della Pubblica istruzione (il 14 giugno) e agli Uffici scolastici provinciali e regionali. Sabato prossimo, 12 giugno, la Cgil sarà in piazza a Roma con i segretari generali della Funzione pubblica e della Flc. E il sindacato di corso d'Italia ha pure in cantiere uno sciopero nazionale per la fine di giugno. La settimana prossima, il 15 giugno, è in calendario una manifestazione indetta da Cisl-Scuola, Uil-Scuola e Snals. A loro potrebbe unirsi anche la Gilda che sta pure pensando a un programma di mobilitazione che durerà per tutto il prossimo anno scolastico. L'obiettivo, condiviso da tutti, è quello di riuscire a strappare qualche significativa correzione della manovra in fase di conversione in legge. Un segnale di apertura va registrato da parte del ministro Brunetta che, in un'intervista, ha osservato che il Parlamento potrà cambiare la manovra con «modifiche all'insegna dell'equità» come per la scuola e le pensioni: «la credibilità internazionale ne uscirebbe rafforzata e la gente capirebbe di più». |