Perché i tagli anche I tagli colpiscono non solo gli sprechi, ma anche i più deboli, come gli invalidi. D’ora in poi, secondo la manovra, solo chi ha un’invalidità all’85 per cento riceverà l’assegno di invalidità. di Carlo Cefaloni da Città Nuova, 10.6.2010
256 euro per 13 mesi per un totale di 3.336 euro all’anno. A tanto
ammonta l’assegno di invalidità concesso, finora, a coloro per i
quali, dai 18 ai 65 anni, è stata riconosciuta un’invalidità
valutata dal 74 al 99 per cento. Ma attenzione, se il disabile
lavora o possiede un reddito superiore a 4.408.95 euro l’anno,
l’assegno rimane nelle casse dello Stato.
Ma la decisione, in generale, sembra frutto di un errore: come è
possibile non riconoscere un così minimo importo di sostegno a chi
non riesce ad inserirsi nel modo del lavoro e possiede comunque
redditi bassissimi? Se lo chiedono, ancora incredule, molte
associazioni che vedono riuniti gli invalidi e i loro familiari.
Anche una realtà come la Fish (Federazione italiana per il supermento
dell’handicap) vuole seguire le regole democratiche. Ha chiesto di
essere ascoltata dalla commissione Bilancio del Senato che sta
esaminando nel merito la manovra economica del governo, ma non è
stata ammessa rimanendo fuori dalla porta. Forse non ce n’è bisogno
visto che i numeri offerti dalle associazioni dei disabili sono
molto semplici e comprensibili: il taglio consisterebbe in una
riduzione di spesa per 10 milioni di euro nel 2011 e 30 milioni nel
2012. Un risparmio davvero misero, fa notare il presidente della
Fish Pietro Barbieri, a fronte di una «misura iniqua, penalizzante e
discriminatoria».
Le persone colpite da una tale decisone, assieme alle loro famiglie,
si stanno mobilitando con gli scarsi mezzi che possiedono.
Interpellano direttamente i parlamentari eletti nei collegi di
riferimento e chiedono il nostro sostegno. Come Città Nuova abbiamo
già segnalato la necessità, in sede di una manovra economica imposta
dalla crisi, di non andare a peggiorare le già precarie condizioni
di diseguaglianza esistenti nel nostro Paese. |