MANOVRA

Tagli, la forbice sulla scuola
sciopero e sindacati in piazza

Prof e maestri subiranno un taglio dello stipendio del 10%. Il 5 giugno manifestazione di Gilda e Cobas. Tante anche le iniziative locali. Mobilitazione fra il 7 e il 15 giugno: a rischio gli scrutini

Salvo Intravaia la Repubblica 4.6.2010

ROMA - Sindacati in piazza e sciopero degli scrutini per la conclusione dell'anno scolastico. Il mondo della scuola, dopo la manovra da 25 miliardi varata tre giorni fa dal governo 1 e i pesanti tagli agli organici per il prossimo anno scolastico, è sul piede di guerra. Tutti i sindacati, come non avveniva da quasi due anni, anche se con modalità diverse, hanno indetto manifestazioni contro quello che definiscono un "eccessivo accanimento nei confronti della scuola" da parte dell'esecutivo. Il 5 giugno saranno gli iscritti a Gilda e Cobas i primi a scendere in piazza. La Gilda sarà a piazza SS. Apostoli, a Roma, nel primo pomeriggio, contro "la decimazione degli organici", "l'abolizione degli scatti stipendiali" e "le norme liberticide di Brunetta". I Cobas, che parlano di "massacro della scuola pubblica", saranno invece a piazza della Repubblica, sempre a partire dalle 15.

A far saltare i nervi ai rappresentanti di categoria è il taglio che gli stipendi degli insegnanti subiranno nei prossimi anni. Nella Finanziaria "del sacrificio" saranno infatti gli operatori della scuola a pagare il prezzo più alto tra i dipendenti del Pubblico impiego. Al punto che, secondo i calcoli effettuati dagli stessi sindacati, prof e maestri subiranno un taglio dello stipendio del 10% mentre i grandi manager di Stato pagheranno appena il 5%. Per Cisl, Uil e Snals la manovra è "iniqua". Perché oltre al blocco del rinnovo contrattuale, comune a tutti i dipendenti pubblici, la scuola subirà il "blocco degli incrementi retributivi previsti dal contratto vigente con effetti pesantissimi sulle retribuzioni, sulle pensioni, sulle liquidazioni". La Uil scuola ha fatto due conti. "Un collaboratore scolastico (il bidello, ndr) perderà 1.136 euro lordi l'anno, pari al 6,60% della retribuzione".

"Un insegnante di scuola elementare perderà 2.500 euro, pari al 9,96% e un collega della scuola superiore dovrà fare i conti con un mancato aumento di circa 3 mila euro, pari al 10,76%". Il contratto della scuola prevede infatti una progressione economica in base all'anzianità, secondo gradoni di sei anni. Per effetto del blocco triennale degli scatti, coloro che hanno beneficiato dell'aumento nel 2009 potranno avere uno scatto di anzianità solo nel 2018. E se, nel frattempo non interverranno rinnovi contrattuali, lo stipendio avrà perso almeno il 20 per cento del potere d'acquisto. Secondo la Flc Cgil sono 245 mila (quasi uno su tre) i docenti italiani che incapperanno nella norma taglia-stipendi. Per dire No a questa manovra e ai tagli a tutti i comparti della formazione (Scuola, università e ricerca) la Flc Cgil manifesterà il 12 giugno nella Capitale con un corteo da piazza della Repubblica (ore 15) a piazza del Popolo. E tre giorni dopo (il 15 giugno) sarà la volta di Cisl e Uil scuola e Snals Confsal, che hanno indetto una manifestazione al teatro Quirino di Roma.

Le manifestazioni contro la manovra si intrecciano con decine di iniziative locali (scioperi, assemblee, occupazioni simboliche di uffici periferici del ministero e manifestazioni di piazza) che denunciano i tagli agli organici e il calo del servizio in quasi tutti i segmenti dell'istruzione pubblica. Il prossimo mese di settembre la scure del ministro Tremonti falcerà, dopo i 56 mila dell'anno scorso, altre 26 cattedre e altri 16 mila posti di personale Ata che faranno cadere nel panico migliaia di famiglie italiane. Ma l'iniziativa che potrebbe fare saltare la fine dell'anno scolastico è lo sciopero degli scrutini indetto dai Cobas e dai movimenti dei precari dal 7 al 15 giugno. Una forma di protesta alla quale stanno facendo un pensierino molti iscritti ad altri sindacati non molto contenti delle iniziative proclamate dai propri rappresentati. E che potrebbe mettere nei guai i presidi e le commissioni di maturità.